Primi battiti dell’Archivio Vivente di Eugenio Barba, fondatore dell’Odin Teatret. Dopo lo spettacolo Tebe al tempo della febbre gialla, con cui il maestro si congeda dalle scene, e le dimostrazioni di lavoro con le attrici storiche dell’Odin, presentazione oggi nella Biblioteca Bernardini di Lecce (ore 17) degli spazi e delle attività del progetto «Living Archive Floating Islands» (Archivio Vivente Isole Galleggianti), realizzato da Ministero della Cultura, direzione generale creatività contemporanea, Regione Puglia, Polo Biblio-Museale di Lecce, Tpp in collaborazione con Odin Teatret, Teatro Koreja e Fondazione Barba-Varley. Interverranno rappresentanti di Regione, MiC, Soprintendenza, Comuni di Lecce e Gallipoli, UniSalento. Titolo dell’incontro «Realtà e miraggi: che cosa è un archivio vivente?» con riflessioni di Mirella Schino (docente Università Roma 3), Annelis Kuhlmann (docente Università di Århus, Dk), Francesca Romana Rietti (direttore Archivi Fondazione Barba-Varley), Brizia Minerva (responsabile sezione Archivi del Polo Biblio-Museale di Lecce), Franco Perrelli (docente Università di Bari) e Barba. Modera Julia Varley (attrice dell’Odin). Seguirà l’illustrazione di spazi e allestimenti dell’Archivio Vivente, curato da Luca Ruzza e The Open Lab, nell’ex Convitto Palmieri. Un progetto di ampio respiro internazionale, che ha già ricevuto la benedizione del MiC con un finanziamento di 90mila euro.
Sarà un archivio-mostra-istallazione interattiva che darà casa e possibilità di studio a centinaia di materiali e reperti, tra libri, documenti, video, filmati, scenografie, oggetti, per conoscere in un modo «altro» il mondo dell’Odin.
«Non esiste il Teatro, esistono i Teatri», ha dettoi Eugenio Barba, drammaturgo di origine salentina, durante un incontro svoltosi ieri nel Fondo Archivio Carmelo Bene, adiacente alle sale che ospiteranno il «suo» l’Archivio Vivente.
«Sono tre anni che lavoriamo a questo progetto - ha spiegato Barba - nato durante una cena con l’allora assessore regionale alla Cultura, Loredana Capone e Gigi De Luca che mi narravano della realizzazione dell’Archivio Bene. Ho subito pensato di donare alla mia terra 60 anni di testimonianze dell’Odin, ma non solo, con un’attenzione particolare al Terzo Teatro del quale di occupa, anche con borse di studio, la Fondazione Barba-Valery. Un teatro sommerso composto dal 90 per cento di gruppi e associazioni teatrali sparse per il mondo che vivono fuori dai circuiti ufficiali. Un’attività teatrale nella comunità di diversi continenti e contesti sociali attraverso la pratica del “baratto”, con scambi tra gruppi europei, delle Americhe, teatri asiatici tradizionali ed esperienze dei teatri contemporanei. Ho immaginato un luogo nel quale ricostruire e rivitalizzare questo passato e metterlo in contatto col presente e renderlo fantasioso, fruibile, accattivante soprattutto per le nuove generazioni». Allo stato, ha precisato Gigi De Luca, direttore del Polo Biblio-Museale di Lecce, «il progetto, acquisito dalla Regione Puglia, è in fase di redazione e attendiamo il via libera dalla Soprintendenza».
L’Archivio Vivente disporrà di oltre 600 metri quadri suddivisi in tre aree: «Memoria», un archivio che custodisce, cataloga e inventaria materiali storici; «Trasmissione», luogo di rinnovata elaborazione dei documenti, con formazione, studi comparativi e didattica; «Trasformazione», l’archivio degli spettacoli dell’Odin Teatret, che sarà una mise-en-scène, un’occasione per il visitatore di essere parte attiva, interagire con documenti e reperti e far sì che questi vivano in una nuova dimensione immaginifica. Sarà utilizzata la tecnologia oggi disponibile per conferire estro ai materiali antropologici e costruire un progetto immersivo che intreccia reale e virtuale. Il tutto coordinato da Barba col suo Comitato scientifico composto da Franco Perrelli, Annelis Kuhlmann, Francesca Romana Rietti, Valentina Venturini, Emanuele Amoruso, Jane Turner.
Nel 2023 saranno catalogati circa 5mila libri della biblioteca di Eugenio Barba donata alla Regione Puglia. I libri catalogati saranno messi a disposizione per la consultazione in una sala studio del Living Archive. Poi ci sarà la digitalizzazione e la costruzione di un motore di ricerca per permettere la consultazione digitale dei documenti dell’Odin Teatret dal 1964 ad oggi. Si procederà con l’installazione e la ricostruzione dell’ambiente di lavoro di Eugenio Barba e di Julia Varley all’Odin Teatret a Holstebro in Danimarca. Gli oggetti, i documenti, i mobili, i libri, i costumi dell’ufficio di Barba e del camerino di Varley saranno portati dalla Danimarca a Lecce come testimonianza dell’ambiente creato durante gli anni di lavoro a Holstebro. Seguiranno la mostra con manifesti storici e fotografie di tournée dell’Odin, un montaggio animato di fotografie e filmati presentati a Wroclaw (Polonia) per l’anno in onore a Jerzy Grotowski e a Delphi (Grecia) per il tributo a Barba.
Ma Eugenio Barba e Carmelo Bene, illustri salentini e «fari» del teatro contemporaneo mondiale, metaforicamente a pochi metri di distanza, si sono mai conosciuti? «Mai - ha risposto il fondatore dell’Odin - quando venivo qui tutti gli studiosi che incontravo mi parlavano benissimo del suo teatro. Chissà, forse osserverà di nascosto quello che sto facendo pronto a... dire la sua».