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Artista barese da 13 anni in Russia, l'appello: «Arte e cultura siano veicoli di pace»

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

La Puglia vola a San Pietroburgo: «Ospite d'onore allo 'Spief' in Russia»

Francesco Attolini vive a San Pietroburgo. «Qui la vita quotidiana non è cambiata»

Martedì 15 Marzo 2022, 09:49

11:47

«La vita di tutti i giorni non è cambiata. Non ci sono code né al supermercato, né davanti ai bancomat. Il rublo è penalizzato, i prezzi sono un po' aumentati ma non ancora in maniera allarmante». Ecco San Pietroburgo vista da un barese doc che vive in Russia da 13 anni. «Nessuna discriminazione o intolleranza nei nostri confronti - premette Francesco Attolini, 48 anni, imprenditore nei settori della web reputation, comunicazione, arte e cultura -. Il popolo russo, San Pietroburgo in particolare, storicamente è da sempre vicino a quello italiano».

Già, ma quali sono le conseguenze pratiche delle sanzioni? «La situazione è in continua evoluzione, gli effetti si vedranno tra qualche mese. Penso che le vere conseguenze si ripercuoteranno sui consumatori e sugli imprenditori che lavorano tra Italia e Russia». Un punto sul quale non mancano le sue critiche al governo italiano. «Chi, da italiano, fa impresa in Russia sarebbe dovuto essere meglio tutelato, perché noi tutti rappresentiamo le eccellenze italiane all’estero. Ci saremmo aspettati un tavolo di crisi proposto dal governo per studiare le possibili ripercussioni delle sanzioni su tutte le aree di business italiane in Russia. Invece non si è fatto nulla».

In queste condizioni, lavorare non è semplicissimo. «In realtà qui si passa da una crisi ad un’altra senza neanche accorgersene. Superata quella del 2014 a seguito del primo pacchetto di sanzioni legate al nodo Crimea, c’è stata la pandemia e ora le nuove sanzioni. Ma i russi sono abituati a soffrire, hanno un grande spirito di adattamento. Ad ogni modo non possiamo fermarci».

Per fortuna, la stretta sul sistema bancario e sulle transazioni internazionali non è poi così rigida. «Per ora le banche sotto sanzione, con lo Swift temporaneamente bloccato, sono Vtb, Bank Otkritie, Novikombank, Promsvyazbank, Rossiya Bank, Sovcombank, Vneseheconombank (VEB). Non ci sono GazpromBank e Sberbank. La prima soprattutto per preservare le transazioni legate alla fornitura di gas. La mia banca non è stata interessata. Le operazioni finanziarie continuano ad andare a buon fine. Nella mia stessa situazione, per fortuna, ci sono anche tutti gli italiani che conosco a San Pietroburgo». C’è però, un problema carte di credito. «Tocchiamo un tasto dolente. Le Visa e le Master Card emesse in Italia non funzionano più. Temporaneamente sono state bloccate quasi tutte le applicazioni di pagamenti on line. Queste sanzioni hanno spinto la maggioranza degli studenti italiani che studiavano a San Pietroburgo, a tornare in Italia. Un vero peccato. La mie carte “russe” funzionano qui, ma non funzionerebbero in Italia. Per me, che viaggio spesso, un disservizio enorme».

E sulla annunciata chiusura di facebook e instagram, Attolini precisa: «La chiusura è stata decisa dal Roskomnadzor, l’organo russo preposto che ha dichiarato “oscurerà” tutti i prodotti Meta, quindi anche whatsapp. Se queste misure verranno confermate, probabile ci si sposti su altre piattaforme come Tik Tok e VK, il facebook russo. Mentre whatsapp verrà sostituito secondo me da Telegram, già molto usato dai russi».

Di certo è una San Pietroburgo diversa con alcuni negozi di grandi marchi che hanno deciso di chiudere. «H&M, Zaza, Ikea, Lego, Nike, Adidas, Volkswagen, Mercedes, Bmw e Ford sono chiusi, mentre Mc Donald’s che aveva annunciato una settimana fa la chiusura, ad oggi è aperto. Va detto che la situazione è in continua evoluzione». Quanto all’atmosfera che si respira in città, «la situazione è tranquilla, per ora non ci sono disagi, o particolari disordini. Sabato ho fatto una lunghissima passeggiata con mio figlio piccolo sulla Nevsky Prospekt è ho notato una scarsa presenza delle forze dell’ordine che di solito presidiano i posti più importanti della città».

E poiché Attolini è anche un artista molto conosciuto in Russia, non poteva non lavorare ad un’opera per lanciare un messaggio di pace. «Prima ancora che scoppiasse tutto questo avevo pensato ad un progetto post pandemia per abbracciare varie discipline sul tema “tornare a vivere insieme senza paura”. Ora più che mai realizzerò qualcosa di molto impattante, spero in sinergia con la Russia». A proposito di pace, chissà che proprio Bari, città di san Nicola così venerato sia in Russia che in Ucraina, non possa proporsi per lanciare un analogo messaggio distensivo. «Sarebbe fantastico, abbiamo bisogno di pace e di normalità dopo tutto quello che abbiamo passato in questi ultimi anni. Bari è sempre stata una città ponte connessa con il mondo Russia. Può continuare ad avere un ruolo importante».

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