Sono già trascorsi sette anni dalla scomparsa di Giorgio Gaslini (1929 – 2014) e i tempi sono decisamente maturi non solo per consegnarne l’eredità e il ricordo alle nuove generazioni musicali, ma anche per dare la giusta collocazione a un compositore che ha saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama musicale del Novecento, indicando una strada innanzitutto «di pensiero» che in molti oggi percorrono, magari senza consapevolezza storica. Gaslini il pianista, il compositore, il jazzista, l’intellettuale (il primo che il jazz europeo possa mai aver vantato) o, per dirla con un termine a lui molto caro, il «musicista totale», dedito a lavorare sull’idea di una musica inclusiva figlia del sincretismo e in quanto tale aliena tanto dall’eclettismo, quanto dal citazionismo.
Si può dire infatti che l’intera produzione del pianista milanese sia stata orientata non tanto al superamento dei generi, quanto a un loro approfondimento mosso dalla volontà di poterli utilizzare al meglio delle creatività e soprattutto al di sopra e al di fuori di ogni fuorviante lettura gerarchica. A Giorgio Gaslini, alla sua più che corposa produzione compositiva e discografica, è dedicato L’universo Gaslini – Guida ragionata a tutte le sue opere che il pianista e critico musicale milanese Davide Ielmini e la musicologa barese Maria Giovanna Barletta firmano per i tipi della casa editrice Zecchini. E diciamo subito che si tratta di una lettura indispensabile non solo per conoscere e comprendere l’universo musicale del Nostro, ma anche per apprezzarne lo spessore intellettuale, spesso e volentieri coniugato anche a un impegno sociale al di sopra di mode e convenienze.
I due autori si sono suddivisi il lavoro in modo razionale e sistematico. Ielmini approfondisce e analizza in singole schede la produzione discografica non tralasciando neppure le incisioni apparentemente minori. La prima registrazione in assoluto, come dato di cronaca, risale al 1948 ed è un trio con Gil Cuppini alla batteria, ma ovviamente le «emozioni» si accendono con brani storici quali Tempo e relazione del 1957, originale fusione di tecniche jazzistiche e dodecafoniche o con La Notte, colonna sonora dell’omonimo film di Michelangelo Antonioni, che Ielmini legge in filigrana con grandissimo acume. E i titoli scorrono via via con alcune pagine celebri degli Anni ’60 e ‘70 quali Newport in Milan, Africa, Favola Pop e Colloquio con Malcolm X, per arrivare all’epico Concerto della Resistenza, registrato nel 1974 alla Statale di Milano in quartetto con Gianni Bedori, Bruno Tommaso e Andrea Centazzo.
La discografia gasliniana è ovviamente immensa e non staremo qui a citarla per intero, considerato che arriva fino agli Anni ’2000 e include tanto le formazioni col nostro Roberto Ottaviano (Multipli) quanto le imprese nate in Puglia, a Noci, con l’Italian Instabile Orchestra, alle quali si uniscono le originali riletture pianistiche di Schumann, Monk, Ayler e Sun Ra. Ma appunto, Ielmini si sofferma anche su alcune imprese più «commerciali» – termine difficile da usare con Gaslini – quali una trilogia realizzata con Santo & Johnny o la colonna sonora del film 5 donne per l’assassino di Stelvio Massi. Ripercorrendo titoli e schede, emerge tra l’altro una buona parte di storia del jazz italiano: molti dei giovani a suo tempo scoperti e lanciati da Gaslini ne sono diventati protagonisti, dall’indimenticato Massimo Urbani a Tiziana Ghiglioni.
Nella sua veste di curatrice delle opere del Fondo Gaslini, Maria Giovanna Barletta (che ricordiamo coinvolta anche nelle celebrazioni gasliniane del Conservatorio Piccinni) ha invece lavorato sulle partiture, in alcuni casi – si pensi a Tempo e relazione – rivedendo con altra prospettiva opere già analizzate nella discografia, in altre aprendo uno spaccato su un universo compositivo ampio, nel quale Gaslini sapeva essere estremamente personale anche quando rendeva omaggio agli autori che aveva più cari, da Ives a Stravinsky. Un lavoro prezioso, considerato che negli ultimi anni di vita il pianista si era ritirato dal concertismo attivo, ma non dalla composizione, che amava poi affidare ad alcuni selezionati solisti di sua stretta fiducia.
Completano il volume le riproduzioni di alcuni acquerelli del Gaslini pittore, veste nella quale, insieme con quella di pianista, lo ricordiamo anche a Bari in un suggestivo happening di musica, danza e pittura ospitato dalla Galleria Bonomo. Più che un semplice libro, un must per chiunque voglia entrare nelle note, ma anche saper guardare oltre.
«L’universo Gaslini – Guida ragionata a tutte le sue opere» di Maria Giovanna Barletta e Davide Ielmini (Zecchini editore, pagg. 238, euro 35,00)