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Lunetta Savino: «Arte e cultura un diritto, come la salute»

 
Pasquale Bellini

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Pasquale Bellini

Lunetta Savino: «Arte e cultura un diritto, come la salute»

L'attrice sul set barese della fiction Rai Il Commissario Lolita, con Luisa Ranieri

Venerdì 30 Ottobre 2020, 11:07

«A farmi impressione, in questa vicenda quotidiana del Coronavirus, è la malinconia degli sguardi. Gli sguardi che mi sembrano un po’ tristi, un po’ rassegnati: quelli delle persone anziane, ma anche quelli dei giovani, dei ragazzi appena usciti da scuola con i loro zainetti e con la loro aria un po’ smarrita».

Chi mi parla così è Lunetta Savino: l’attrice è in questi giorni a Bari, dove sta partecipando alle riprese di Lolita, la fiction della Rai, regia di Luca Miniero (dai libri della pugliese Gabriella Genisi) che vede protagonista Luisa Ranieri nei panni della Commissaria Lolita Lobosco. Lunetta interpreta la madre della Lolita. Le riprese delle quattro puntate previste sono cominciate a giugno, a Monopoli, continuando in questi giorni a Bari in varie location tra Bari Vechia e dintorni con vista mare.

Anche in tempi di pandemia la vita continua, così la televisione e il cinema. Ma cosa pensare delle difficoltà per la «visione dal vivo», con la chiusura di teatri e cinema?
«Ne penso tutto il male possibile ovviamente, come ho anche già dimostrato firmando uno dei manifesti-petizione che circolano rivolti al presidente Conte e al ministro Franceschini perché si modifichi quanto prima questo decreto. Ho letto come tutti le prese di posisizione di Muti, di Baricco, di Emma Dante e di tanti altri. Come sempre, almeno in Italia, si sono prese delle decisioni senza minimamente interpellare gli addetti a un determinato settore, quelli che davvero ci lavorano. Per quanto riguarda teatro e cinema, si poteva intervenire sugli orari di inizio e fine delle programmazioni, li si poteva anticipare alle 17 o alle 18, prevedendo il termine delle attività alle 21-22. In realtà credo che si sia voluto più che altro scoraggiare, fino ad inibirle completamente, tutte le attività e le uscite serali delle persone. Cinema, teatro, ristorante, passeggiata serale, via, tutto via. Verboten! Ci dobbiamo rassegnare, anche se è dura da mandare giù».

Lei, Savino, bazzica ubiquamente fra cinema, tv e teatro. Cosa ne è, al momento, della sua attività teatrale?
«Ho pur sempre il mio spettacolo in piedi, Non farmi perdere tempo, che è stato anche in Puglia l’anno scorso, a dicembre a Bari al Teatro Palazzo. Ci sono delle date fissate nei prossimi mesi: staremo a vedere se l’evoluzione di Virus e Decreti vari collegati ne consentiranno l’effettuazione. Noi attori in questo periodo siamo un po’ “come d’autunno sugli alberi le foglie” per scomodare Ungaretti: il massimo del precariato è insito, si sa, nel mestiere dell’attore (di qui le enormi sofferenze, oggi, di questo settore!), ma ora mi pare che si stia davvero esagerando! E nel mondo dello spettacolo precari non sono solo gli attori, ma soprattutto tanti tecnici, addetti e professionisti che accompagnano le messinscene, i set, i concerti. C’è da essere di cattivo umore».

A proposito di «diritto alla salute», esiste anche un «diritto alla cultura e all’arte»?
«Altro che se esiste, anzi non è affatto cosa diversa dal diritto alla vita e alla salute. Esiste anche, di pari livello rispetto alla salute fisica, una “salute della mente”, dell’umore, che comprende il diritto allo svago, al benessere mentale e psicologico, cose che spesso solo può dare la lettura o l’arte o la musica o il teatro o il cinema. Ahimè, per il momento è tutto Verboten!».

(foto Ansa Claudio Peri)

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