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Bianca Chiriatti
01 Aprile 2020
Oltre quattro ore di musica, messaggi solidali, clip video registrate ognuno rigorosamente da casa (i più fortunati da un piccolo studio casalingo): Musica che Unisce, la maratona televisiva in onda ieri sera su Rai 1, Radio 2, Rai Play e tutti i canali social della rete, per raccogliere fondi per la Protezione Civile, è stato indubbiamente un esperimento ben riuscito. Un viaggio nelle realtà di tutti i più grandi artisti del panorama musicale nazionale, sparsi lungo lo stivale, con canzoni, cover, piccole band improvvisate, grandi interpretazioni. Il tutto intervallato da messaggi di solidarietà di sportivi, attori, personaggi dello spettacolo, divulgatori scientifici.
Un cast di tutto rispetto in cui non sono mancate diverse presenze pugliesi: la salentina Emma Marrone è stata protagonista di momenti molto toccanti, in particolare la versione della sua 'Amami', intensa e commovente. Alessandra Amoroso ha offerto ai fan un'interpretazione di alcuni suoi successi, lo stesso hanno fatto i Negramaro, tutti e sei da sei case diverse: le loro 'La prima volta' e 'Fino all'imbrunire' hanno emozionato. Ermal Meta, barese di adozione, ha fatto un regalo ai suoi 'lupi' (così è denominata la fanbase): un'innovativa 'Hallelujah', inedita e originale, tra le esibizioni più apprezzate.
Ma indubbiamente è stato motivo di grande orgoglio per tutta la Puglia che a chiudere la lunga maratona musicale sia stato il tarantino Antonio Diodato, vincitore di quel Sanremo 2020 che sembra lontano decenni, ma che - parafrasando il brano trionfante - ancora 'Fa rumore'. Diodato, da una location molto nota a chi frequenta le sue dirette Instagram (il divano della sua casa di Milano), ha suonato voce e chitarra proprio il brano vincitore del Festival, poi "High and Dry" dei Radiohead, in duetto con Giuliano Sangiorgi (scelta azzeccatissima e molto gradita, soprattutto dal pubblico social), e in chiusura di serata "Che vita meravigliosa", un inno che sembra quasi un invito ad apprezzare quello che si ha. È sempre lui a concludere, con la lettura di una poesia di Walt Whitman, "A uno sconosciuto", da un libro cartaceo (una scelta molto romantica in netta antitesi con l'elogio - giusto - alla tecnologia di questi giorni) e con la frase: «Ora che torneremo a fare rumore, cerchiamo di non perderci». Un augurio davvero profondo per tutti.
Tutta la puntata di Musica che Unisce si può rivedere a questo link
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