Venerdì 10 Ottobre 2025 | 18:53

Emanuele Rao, uno dei più calciatori più giovani del Bari, vuole cogliere l’attimo: «Bari è una grande chance»

 
pierpaolo paterno

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Emanuele Rao, uno dei più calciatori più giovani del Bari, vuole cogliere l’attimo: «Bari è una grande chance»

In rosa dallo scorso 17 luglio, attaccante e ala sinistra all’occorrenza, l’ex spallino si racconta e descrive sogni e ambizioni nella prima uscita davanti ai microfoni per presentarsi ai tifosi biancorossi

Venerdì 10 Ottobre 2025, 14:54

Trentino di Rovereto. Lo sguardo pulito e la semplicità negli occhi di un diciannovenne coincidono col profilo di Emanuele Rao, uno dei più calciatori più giovani nello spogliatoio del Bari. In rosa dallo scorso 17 luglio, attaccante e ala sinistra all’occorrenza, l’ex spallino approdato in Puglia via Napoli si racconta e descrive sogni e ambizioni nella prima uscita davanti ai microfoni per presentarsi ai tifosi biancorossi. Sostenitori che hanno assaggiato le doti tecniche e caratteriali dell’azzurrino Under 19 nelle sette apparizioni in cui è stato chiamato in causa dal tecnico Fabio Caserta. Una in Coppa Italia, nei 38 minuti giocati a San Siro nel primo turno del 17 agosto contro il Milan. E sei in campionato dove accumula 214’ giocati rimanendo in panchina solo nella partita pareggiata il 27 settembre al San Nicola contro la Sampdoria.

Un giovane che lavora in silenzio, con umiltà e determinazione. Emanuele Rao tira in ballo l’avvio di stagione complicato per la squadra biancorossa, ma con la convinzione di poter presto invertire la rotta: «L’inizio è stato buono - dice - .Anche in ritiro ci siamo allenati forte. Nei primi impegni ufficiali abbiamo fatto bene sotto diversi punti di vista. Dal possesso palla al resto. Poi, ci siamo fatti un po’ condizionare dagli episodi. Abbiamo preso gol evitabili. Continuiamo a lavorare. Ci alleniamo sempre al massimo, cercando di correggere gli errori commessi. Lavoriamo solo per migliorarci. A Bari mi sto trovando bene. Ho anche avuto la fortuna di incontrare un collega di mio padre trasferitosi in città», spiega con la serenità di chi sa che la crescita passa anche attraverso le difficoltà.

La scelta di venire a Bari, come ammette lui stesso, matura anche grazie ai consigli di un ex biancorosso che a queste latitudini ha lasciato il segno: «Mi ha aiutato molto Mirko Antenucci. Mi ha impressionato quello che mi ha detto sulla piazza. È il mio primo anno in B, il secondo al cospetto dei grandi. La cadetteria è molto diversa dalla C. Cerco di sfruttare ogni minuto al meglio che posso. Voglio dare il massimo. Mi ispiro molto al milanista Leao. Mi è piaciuto vederlo dal vivo nella gara di Coppa Italia. È stata una grande emozione».

Giovane ma già con un bagaglio importante di esperienze, Rao non si nasconde dietro le difficoltà. Il passaggio dalla C alla B è una sfida che affronta con la leggerezza di chi non teme la responsabilità. «Negli ultimi due anni, ho sofferto alla Spal. Al primo arrivammo ad un punto dei playout. Mentre l’anno scorso ci salvammo agli spareggi. Di solito, scendo in campo spensierato». L’ottimismo, però, non cancella la consapevolezza dei problemi che la squadra deve risolvere: «L’inizio non è stato quello che tutti ci aspettavamo. Spero che l’ultima vittoria sul Padova ci dia la scossa. Continuiamo a lavorare, seguendo questa strada». Dietro il volto sorridente del ragazzo c’è una storia che racconta di resilienza e di forza d’animo. Rao convive da tempo con il diabete, una condizione che avrebbe potuto frenarlo ma che ha trasformato in un motivo di orgoglio personale. «L’ho scoperto dieci anni fa. Giocavo ancora a Chievo. Ero piccolo. Durante gli allenamenti avevo fame e sudavo tanto. Non riuscivo a far nulla. I miei genitori sono entrambi infermieri e da un controllo medico venne fuori il diabete. Trascorsi il Natale in ospedale. Non sapevo se sarei tornato a giocare a calcio. Mia madre mi incoraggiava. Ogni giorno, dopo il lavoro, papà veniva a trovarmi in allenamento. L’anno dopo Verona sono andato a Ferrara. I miei genitori hanno avuto coraggio nel mandarmi lontano da casa. In convitto, ho incontrato tutor eccezionali. Mi hanno aiutato molto. E ho imparato ad autogestirmi. Ora sono autonomo. Insieme, gioco e curo la malattia. Ho un microinfusore, un pancreas artificiale. Il diabete non è un ostacolo, ma un limite superabile».

Un esempio di maturità, per un ragazzo che in estate si è ritrovato improvvisamente senza squadra dopo il fallimento della Spal. Anche in quel momento non si è perso d’animo. «Sono rimasto spiazzato perché nessuno si aspettava del fallimento estense. Sono arrivate varie richieste. Ho chiamato Mirko Antenucci per dei consigli. Mi ha detto che Bari è una gran piazza. Mirko è una gran persona, un grande esempio. Orgoglioso di aver diviso campo e spogliatoio con lui per due anni».

A Bari, Rao si sta ritagliando il suo spazio. Mister Caserta lo ha impiegato anche come quinto di sinistra, un ruolo che il giovane affronta con disponibilità totale: «Mi piace giocare alto a sinistra. Faccio ciò che mi dice Caserta. Sono giovane e devo imparare. Sfrutto ogni occasione per crescere e migliorare. Avrei voluto fare un gol a Venezia. Lavorerò per cercare il gol prima possibile e aiutare la squadra a fare bene. Provo a sfruttare ogni singolo minuto che mi concede il mister. Il gol? Spero di segnarlo in casa davanti ai nostri tifosi». Con le parole e con l’esempio, Rao mostra di avere la testa giusta per diventare grande. Determinazione, fiducia e un sorriso che non si arrende mai. Il suo cammino in biancorosso è appena cominciato, ma promette di essere speciale.

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