BARI - L’entusiasmo e la continuità di rendimento del Bari di fronte alle ferite e ad una classifica deficitaria del Cittadella. La sfida di oggi pomeriggio al «San Nicola» intercetta i diversi segnali dai radar di pugliesi e veneti nel quattordicesimo atto di B alla ripresa dopo la sosta per gli impegni delle Nazionali.
In Puglia sarà di scena un Cittadella penultimo. Squadra ferita ma dura. Soprattutto in trasferta dove ha ottenuto 9 dei 12 punti totali. Un dato su cui il Bari e Moreno Longo dovranno concentrarsi: «Servirà una partita importante - sottoscrive l’allenatore biancorosso - perché reputiamo il Cittadella una squadra ostica, soprattutto fuori casa. Va affrontata col piglio giusto, mettendo in campo le stesse loro caratteristiche di intensità, approccio e mentalità. Solo così verrà fuori la nostra qualità».
Con l’assenza di Francesco Vicari in difesa, Longo traccia una linea: «Vicari ha interrotto un allenamento per un fastidio muscolare. Abbiamo atteso l’ecografia. Non ha lesioni, ma un edema che va riassorbito. La soluzione in mezzo sarebbe Simic nonostante dietro Mantovani offra più opzioni». Acclarata anche l’assenza dello squalificato Benali. Il mister sfoglia la margherita: «Maita e Lella insieme? Un pensiero che ho fatto. Considero anche Coli Saco. Devo decidere se aggiungere un play come Maiello che ci darebbe più geometrie. Oppure uno con maggiore prestanza fisica«. Persistono dubbi sull’impiego iniziale dello stesso Maiello e del rientrante Falletti: «Stiamo decidendo se farli tornare. Dipenderà anche dal modulo. Lo sceglierò in base a diversi fattori. Speriamo di fare le scelte giuste». Un pensiero in meno attacco, con Novakovich punto fermo: «Sono contento di come stia lavorando. È un ragazzo che, al di là delle qualità tecniche, offre sempre il cento per cento. Attaccante atipico, fa le due fasi con grande facilità. Gol a parte, aiuta la squadra anche nella fase di non possesso e in quella difensiva».
In casa, il Bari ha conquistato solo 8 punti sui 21 disponibili. Resta da comprendere se il freno a mano tirato al «San Nicola» sia un fatto casuale oppure un segnale che la gestione e la mentalità vadano migliorate: «Non deve diventare una ossessione. Il pubblico può darci veramente molto in fatto di spinta. I punti valgono sia in casa che fuori. Di sicuro, serve una accelerata in casa».
Ruolino di marcia che cammina di pari passo con le ambizioni per il campionato. Argomento caldo anche alla luce delle recenti dichiarazioni del presidente De Laurentiis («Bari da playoff»). Propositi non del tutto assorbiti dalla piazza. Per oggi, non si attende il pubblico delle grandi occasioni a dispetto del «big match» venduto dalla società in sede di prevendita. Tifosi comunque incentivati dalla coesione e dalla forza del gruppo che in certi frangenti sopperiscono e bilanciano eventuali carenze tecniche: «Credo che sia fondamentale - conferma Longo-. Quando il gruppo diventa squadra, si lavora in modo a sé stante, uno per l’altro. Bisogna mettere il noi davanti all’io. Solo così si costruiscono grandi cose. I complimenti di Luigi De Laurentiis al lavoro svolto sinora? Vorrei riceverli alla fine. Io cerco di aiutare i ragazzi. Il merito maggiore va a loro. Hanno grandi valori umani, quello che ci ha permesso di fare un primo step positivo».
Si insiste sul tema “obiettivi”: «All’interno del Bari - puntualizza con fermezza il tecnico - c’è unità di intenti. In tre, quattro punti ci sono dodici squadre. Manteniamo i piedi per terra. Dobbiamo ancora guadagnarci la possibilità di stare in una fascia alta. Sono ambizioso e non sono qui per vivacchiare. Non dormirò la notte per trasformare il sogno playoff in realtà». Longo sa come fare: «Spero di ripartire da quanto visto a Salerno. Dobbiamo mettere dentro più cose positive possibili, pensando alla nostra realtà fatta di lavoro e crescita». Stesso motivo quando si discute di programmazione: «Sono sereno da questo punto di vista. L’unica cosa che può preoccupare un allenatore è eventualmente il tempo di lavorare, creare alchimia, apportare modifiche. Vedo la volontà della società di voler costruire qualcosa, mettendo mattone dopo mattone. Credo ci sia la possibilità di farlo».
«Qualche punto in più - aggiunge - lo abbiamo perso per strada, mancando in qualcosa. I punti lasciati indietro non tornano. E non ce li regalano. Dovremo andare a conquistarceli. Con una partita vinta sei in zona playoff, viceversa sei sotto. La prossima partita è sempre una opportunità per raccogliere punti per la classifica. Mi accontenterei di chiudere le partite anche al 90’. Il segreto non c’è, se non fare una grandissima prestazione cercando di capitalizzare tutto quello che crei. Come nell’intento di ogni gara, dovendo fare i conti con la stessa motivazione dell’avversario. In B non esistono partite scontate». Sino a fine anno ce ne saranno sette, compresa quella odierna. Prima del calciomercato di gennaio servirà puntare al massimo: «Nel calcio - conclude Longo - è sempre il momento decisivo. Ora lo diventano le prossime sette gare. Giochiamo partita per partita. Arriviamo a marzo sperando che i giochi siano aperti per giocarci le nostre carte. La serie B non finisce mai, lo dice la storia».