BARI - «Vedo il Bari in lotta per ogni obiettivo, ma il match con il Parma sarà già molto importante». Parola di Pasquale Marino, uno dei tecnici che meglio conoscono il panorama della serie B. L’allenatore di Marsala è da oltre 15 anni in panchina, nel suo palmares figura la serie D vinta con il Paternò nel 2001, la C2 vinta con il Foggia nel 2003 e soprattutto la promozione ottenuta in A con il Catania nel 2006. In A si è anche seduto sulla panchina del Parma (2010-2011). Undici, in particolare, sono i tornei trascorsi in cadetteria guidando Arezzo, Catania, Pescara, Vicenza, Frosinone, Brescia, Spezia, Empoli, Spal e Crotone. Ora è tra coloro che attendono una chiamata e studia il torneo nei minimi dettagli.
Pasquale Marino, sabato la B riprenderà dopo 18 giorni di pausa: quali saranno le principali incognite?
«La sosta invernale può sempre essere insidiosa: sul piano fisico, molti valori si azzerano, saranno avvantaggiati complessi che si ripresenteranno meglio alla ripresa. Sarò curioso di vedere l’atteggiamento delle squadre. Comincia il girone di ritorno, i punti peseranno molto di più: chi ha potuto permettersi un atteggiamento spensierato, ora moltiplicherà le attenzioni».
Come vede il cammino svolto fin qui dal Bari e quali sono le prospettive biancorosse?
«Il bilancio dell’andata è ottimo. Frosinone e Reggina hanno abbozzato una prima fuga alla quale il Genoa sta tenendo botta. Con un distacco di sei punti dalla zona promozione diretta, il Bari va ancora considerato in lotta anche per il massimo risultato. Il rimpianto è la sconfitta con il Genoa: anche un pareggio avrebbe consentito ai biancorossi di restare appaiati ai liguri e mantenersi nella scia delle prime due. Nulla è perduto, ma già sabato i Galletti affronteranno uno scontro forse non decisivo, ma dall’altissima posta in palio. Il Parma non può perdere altro terreno e cercherà di sfruttare lo scontro diretto. Ma se la spuntasse la truppa di Mignani, ricaccerebbe indietro una rivale temibile e rilancerebbe le sue ambizioni».
Quali possono essere le chiavi di lettura della gara?
«Il Parma finora è stato gravemente penalizzato dalle assenze. Ma i ducali al completo a mio avviso sono la compagine più forte in B, almeno sul piano tecnico. Scontato, però, che servano altre doti. Peculiarità che, invece, il Bari possiede in modo spiccato: l’unità di intenti, la compattezza, la capacità di restare ancorati al risultato. Nella giornata giusta, gente come Bernabè, Man, Mihaila e Vazquez può inventare soluzioni a getto continuo. Ma gli emiliani concedono molto e negli spazi Cheddira e Folorunsho diventano incontenibili».
Sul mercato dove vede migliorabile il Bari?
«L’undici base non necessita di chissà quali ritocchi. Forse servirebbe qualche alternativa in più a centrocampo: qualcuno che possa ruotare nel settore nevralgico mantenendo inalterato il livello tecnico e del ritmo. Ci vorrebbe soprattutto un alter ego di Maiello: nei match in cui è mancato, si è avvertita una netta differenza. Per il resto, leggo di tanti bomber non proprio saldi nelle loro posizioni: Forte, La Mantia, addirittura Coda. Ebbene, il Bari con Cheddira ha il terminale ideale per il suo gioco: malgrado i corteggiatori d’alto rango, deve fare in modo di tenerselo stretto perché a gennaio è complicato trovare soluzioni all’eventuale partenza di elementi cardine».
Si fa largo l’ipotesi che possa bloccarlo il Napoli e lasciarlo in prestito in Puglia: potrebbe subentrare in lui la volontà di “preservarsi” in vista di un futuro in una grande squadra?
«A livello inconscio sì e non sarebbero pochi i precedenti di tal genere. Tuttavia, parliamo di un ragazzo di 24 anni che ha appena impresso la svolta alla sua carriera. Se anche finisse nel progetto di una big, e per ovvie ragioni il Napoli sarebbe favorito nella corsa, non penso possa permettersi il lusso di tirare i remi in barca e pensare già al prossimo campionato. L’ho visto spesso all’opera: possiede mezzi fisici, di forza e di corsa davvero notevoli, ma il suo calcio è soprattutto generosità, dedizione, agonismo. Se perdesse il suo furore, temo che si “normalizzerebbe».
Dal S. Nicola le più belle cartoline di pubblico dell’andata: perché il Bari accusa difficoltà in una cornice così suggestiva?
«A questo livello non credo al timore di esibirsi davanti al grande pubblico. Certo è che un ambiente del genere dovrebbe caricare a pallettoni, ma può anche aumentare il senso di responsabilità nel voler dare a tutti i costi gioie ai propri tifosi. Molte delle ambizioni baresi passano proprio dall’inversione di tendenza in casa. È facile supporre che anche con il Parma la cornice di presenze sarà straordinaria: è l’occasione giusta per sbloccarsi. Non bisogna dimenticare che il Bari viene dalla C, ma una piazza del genere deve competere per ciò che merita con i numeri: una serie A da protagonista».