LECCE - «Roma-Lecce è una partita aperta ad ogni possibile risultato. A deciderla sarà probabilmente un episodio».
Questa la previsione da doppio ex di Giuseppe Giannini. L’ex nazionale, per ben 15 anni (dal 1981 al 1996) bandiera della Roma, approdò nel Salento alla fine della sua lunga e straordinaria carriera: vestì infatti la maglia giallorossa del Lecce per una stagione e mezza tra il 1998 e il 1999. In quel periodo, con Nedo Sonetti in panchina e il «Principe» in campo, anzi a centrocampo (totalizzerà 47 presenze e 4 gol tra A e B), il Lecce conquistò la quinta promozione della sua storia in massima serie.
«Che partita sarà Roma-Lecce? Una gara sicuramente non semplice - premette Giannini, raggiunto al telefono - Come da tradizione, queste partite non sono mai semplici da giocare. E poi bisogna considerare che la Roma giocherà stasera in Europa League (contro il Betis, ndr). Questi impegni infrasettimanali portano sempre qualche strascico».
Giannini ovviamente non lo dice, ma disputare due gare nel giro tre giorni (stasera contro gli spagnoli il fischio di inizio è alle 21, mentre domenica con i salentini è fissato alle 20.45) potrebbe affaticare più di qualche elemento nella rosa a disposizione di mister Josè Mourinho. E di questo, ovviamente, potrebbero avvantaggiarsi capitan Hjulmand e compagni. Che, a dirla tutta, sinora hanno sfoderato le loro migliori prestazioni in trasferta piuttosto che al Via del Mare. E hanno giocato meglio con squadre più titolare. È successo al «Maradona» di Napoli, ma anche all’esordio, soprattutto nella ripresa, contro l’Inter.
«Perché il Lecce tende a sfruttare meglio con le ripartenze e il contropiede gli spazi che gli vengono lasciati dagli avversari - concorda Giuseppe Giannini - Ripeto: non sarà facile difficile per la Roma, reduce anche dall’impegno in Europa. Però, c’è da dire che anche la Roma non impone il suo gioco, ma ti lascia giocare, poi sfrutta al massimo la velocità, le ripartenze e il contropiede. È una squadra molto pragmatica, come il suo allenatore, predilige il risultato alla bellezza del gioco e alla coralità delle azioni. Se ci pensi non ha particolarmente brillato neppure a Milano, contro l'Inter. Però è riuscita a portare a casa il risultato. E alla fine è questo che conta».
Con due formazioni, che domenica sera all’Olimpico potrebbero risultare in campo molto speculari, più che il modulo o il gioco in sè, potrebbe incidere il singolo episodio o quella che si rivela poi la giocata vincente. «Gare come queste, che sulla carta potrebbero risultare equilibrate - prosegue Giannini - spesso e volentieri sono sbloccate dal singolo episodio, che può essere un tiro da fermo, la giocata di Dybala, di Abraham o di Zaniolo. Così come potrebbe fare la differenza qualche giocatore del Lecce. Staremo a vedere. Il Lecce sta facendo un buon campionato da neopromossa. Darà sicuramente filo da torcere a molte squadre che affronterà. Ci può stare qualche difficoltà iniziale, la rosa è stata rinnovata abbastanza e Baroni lavora con un’età media molto bassa. Eppure la compagine salentina non ha certo sfigurato, anche al cospetto delle squadre top. Sia contro l’Inter che, soprattutto, in trasferta contro un Napoli che punta allo scudetto».
I precedenti tra Roma e Lecce sono tanti, ma forse il più clamoroso e quello che è rimasto indelebile nella memoria delle due tifoserie, risale alla stagione 1985/86, quando i salentini allenati da Eugenio Fascetti, ormai retrocessi in B, andarono a vincere per 3-2 proprio all’Olimpico. Un risultato che consegnò lo scudetto alla Juventus proprio a danno della squadra capitolina. E di quella squadra faceva parte anche Giannini. Che, domenica prossima, non sarà allo stadio. «No, non sarò allo stadio - assicura - la guarderò da casa mia. E spero di poter assistere a una gara godibile. Non credo ci saranno tatticismi esasperati. La Roma ha tanti calciatori in grado di fare la differenza ma anche il Lecce, in questo avvio di stagione, ha messo in mostra ragazzi interessanti».