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Eroe per un giorno: arbitro di Gravina salva giocatore in campo dopo botta in testa

 
Nico Marvulli

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Nico Marvulli

Eroe per un giorno: arbitro di Gravina salva giocatore in campo dopo botta in testa

l'arbitro Luigi Risucci

Luigi Risucci, 31 anni, ha eseguito le manovre di primo soccorso a un giocatore che dopo aver colpito di testa ha avuto convulsioni

Martedì 12 Aprile 2022, 10:13

GRAVINA IN PUGLIA - «Ho sempre vissuto in Puglia, tra Bari per l’università e la mia Gravina. Studi classici poi laurea in Legge e titolo di avvocato. Ho vinto poi un concorso e tre anni fa mi sono trasferito a Torino. Oggi con me c’è la mia fidanzata, ma inizialmente ero solo ed ho pensato ad un hobby che potesse coniugare le mie passioni con il tempo libero. Mi iscrivo ad un corso per diventare arbitro, conseguo il patentino e nello stesso anno dirigo la mia prima gara».

A parlare è Luigi Risucci, 31 anni, eroe per un giorno. Durante una partita di calcio dismette i panni del direttore di gara per indossare quelli da paramedico tanto da salvare la vita ad un ragazzo durante il match. «Durante il Covid i campionati si sono fermati, ma io ho continuato ad allenarmi ed aggiornare la mia preparazione. Ho frequentato il corso BLSD che si è rivelato provvidenziale. Senza, non so come sarebbe andata a finire».

Ripercorriamo la domenica. A sfidarsi il «Centrocampo» contro il «Mercadante», partita del campionato provinciale Under 16 di Torino. Come arbitro, designato Luigi Risucci della sezione di Nichelino. Un giocatore della squadra di casa, Samuel Greco, nel saltare e colpire di testa prende un violento colpo alla tempia. Il ragazzo cade a terra e i giovani calciatori, disperati, chiamano a gran voce i soccorsi. Momenti di terrore in campo. Il primo a comprendere la gravita dell’impatto è stato proprio lui, Luigi Risucci, che immediatamente presta i primi soccorsi al ragazzo in preda alle convulsioni dopo il violento scontro di gioco. «Non mi sento un eroe - prosegue Luigi - ma semplicemente la persona giusta al momento giusto che il Signore ha voluto fosse lì. Al campo mi sono reso conto che ero l’unico a saper compiere una manovra salva vita. Rivolgo un appello all’opinione pubblica e agli organi competenti affinchè provvedano a verificare che siano presenti i defibrillatori allo stadio e che i dirigenti delle squadre siano formati su queste pratiche così da non avere bisogno di eroi ma di persone pronte ad intervenire».

Ripercorre quei lunghissimi due minuti con lo sfortunato ragazzo in terra in attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso. «La prima persona che ho chiamato appena entrato negli spogliatoi è stato il mio presidente, Raffaele Palasciano, originario di Altamura, che si è complimentato con me. Mi ha emozionato tantissimo il messaggio ricevuto da un compagno di squadra che mi ha scritto che oltre ad aver salvato la vita di Samuel ho anche salvato quella sua e dei suoi compagni. Dalla telefonata ricevuta dalla mamma del ragazzo ho appreso che sta bene anche se ancora sotto osservazione. Una telefonata molto toccante, lo confesso. Voglio però regalarmi un sorriso. Nel sentire il mio accento la signora mi chiede di dove fossi originario. Quando gli dico di Gravina in Puglia anche lei sorride confessando le stesse mie origini. Quant’è strana la vita e le sue coincidenze».

Quando si parla di origini e di appartenenza non poteva mancare un ricordo ad una persona speciale per Luigi. «Se c’è una persona a cui mi ispiro è mio nonno, anche lui Luigi Risucci come me, scomparso nel dicembre 2020. Una fonte di ispirazione, colta e saggia. Con lui condividevo la passione per le partite della nazionale. Sì, sarebbe stato orgoglioso di me».

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