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Il Lecce non conosce la parola «resa». Rincorsa al Genoa senza tregua

 
Antonio Calò

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Antonio Calò

Saverio Sticchi Damiani

Sticchi Damiani: «Vogliamo restare in corsa fino all’ultima giornata»

Sabato 25 Luglio 2020, 10:29

LECCE - Nessuno, in casa Lecce, si nasconde la difficoltà della situazione ed il fatto che le chance di restare in A siano ridotte al lumicino, ma tutti intendono provarci sino in fondo, cercando di mettersi nelle condizioni di sfruttare gli eventuali passi falsi delle squadre ancora alla portata. Oggi, mentre il Lecce volerà alla volta di Bologna, dove sarà impegnato domani, alle 17,15, il Genoa ospiterà l’Inter e un eventuale risultato negativo dei liguri darebbe fiato alle speranze dei giallorossi, che poi, però, dovrebbero sfruttare l’opportunità nella gara con i felsinei. «Il nostro destino non è solo nelle nostre mani, in quanto dipende anche da cosa faranno le squadre che ci precedono - dice il presidente Saverio Sticchi Damiani - ma dobbiamo limitarci a concentrarci sulle nostre partite. Bisognerà raccogliere le energie fisiche e mentali residue e tentare il colpaccio a Bologna, pur sapendo che i ragazzi sono stremati, che i quattro punti dal Genoa pesano e che ribaltare una simile situazione sia assai complicato. Ma vogliamo restare in corsa sino in fondo».

Cosa si aspetta dal Lecce nella sfida con il Bologna?

«L’ennesima prova d’orgoglio di un gruppo che ha sin qui dato tutto ma che, ne sono certo, attingerà alle proprie risorse morali pur di sfoderare una prestazione all’altezza e cercare di tenere accesa la fiammella della speranza».

Dopo il match con i felsinei, la squadra andrà in ritiro a Coverciano, per poi trasferirsi con un volo charter ad Udine alla vigilia del confronto con i friulani. È l’ennesima dimostrazione che il Lecce non lascerà nulla di intentato?

«La società non si è mai tirata indietro, come del resto tecnici e calciatori. Con gli incontri che si susseguono, anche poche ore trascorse a recuperare le energie invece che a viaggiare potrebbero rivelarsi fondamentali. Pertanto, abbiamo optato per questa soluzione. Ciascuno per la propria parte, daremo tutti il massimo sino all’ultimo minuto».

Nel post lockdown, il Lecce ha dovuto rinunciare per sei match a Lapadula, stabilmente a Rossettini e Deiola e, per più gare, ad altri calciatori-chiave. Alla luce di quanto ha saputo fare l’ex Milan contro il Brescia, è stato un gravissimo handicap…

«La nostra rosa è composta da 22 elementi effettivi, due per ogni ruolo. Il fatto che siano venuti meno per infortunio diversi uomini, in una fase nella quale si gioca a ritmi serrati, è stato ed è un problema enorme, in quanto mister Liverani ha avuto ed ha ben poche alternative, ma anche perché a tirare la carretta sono sempre gli stessi giocatori. D’altro canto, non siamo l’unica compagine che ha dovuto fare i conti con una situazione del genere. Basti pensare alla Lazio, che prima della sospensione era in lizza per lo scudetto e che dopo la quarantena è stata alle prese con diversi forfait, cosa che le ha complicato il cammino. Se il torneo fosse andato avanti nel rispetto dei programmi iniziali, probabilmente avremmo assistito ad un altro film. Ma pensarlo serve a poco, anche perché manca la controprova».

Lapadula, toccato duro ad una caviglia, è stato sostituito durante l’intervallo della sfida con il Brescia. Ci sarà a Bologna?

«Dovrebbe essere disponibile. Non essendo al top, come del resto altri compagni, va gestito. Il suo avvicendamento nella partita con le “rondinelle” va letto innanzitutto in quest’ottica. Calderoni, Babacar e Farias difficilmente saranno pronti per domani. Potrebbero esserlo per l’Udinese oppure per i 90’ conclusivi con il Parma, al Via del Mare».

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