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Antonio Calò
11 Luglio 2020
LECCE - A Cagliari, domani, il Lecce potrebbe schierare dal primo minuto entrambi i calciatori sardi che fanno parte della rosa. Oltre a capitan Mancosu, infatti, dovrebbe giocare anche il portiere Vigorito, in quanto il titolare Gabriel è alle prese con una elongazione a livello dei muscoli dell’addome, a causa della quale probabilmente salterà la trasferta sull’isola.
Mancosu, è di Cagliari, e prima di cimentarsi in massima serie con il Lecce lo aveva fatto con la squadra della propria città, ad inizio carriera, collezionando 13 presenze. Vigorito è di Macomer, in provincia di Nuoro, ed anche lui ha esordito in A con il complesso rossoblù, raggranellando 2 presenze.
Ma gli ex della società sarda in forza al Lecce non sono solo loro. Deiola ha militato nel Cagliari sino a gennaio scorso. Tachtsidis ci ha giocato nel 2016/2017, Farias dal 2014/2015 al 2018/2019 ed è approdato nel Salento in prestito proprio dal sodalizio isolano. Petriccione ha fatto parte del settore giovanile del club rossoblù, come del resto mister Liverani. Ma ex sono anche Gabriel e Rossettini, che salteranno il match.
Tra i calciatori usciti malconci dal confronto vinto contro la Lazio, dovrebbe recuperare Babacar, mentre saranno ancora indisponibili oltre a Rossettini, che difficilmente tornerà in campo prima della prossima annata, Meccariello e Lapadula.
Insomma, ci saranno dei forfait in difesa e in attacco, mentre il ventaglio delle scelte a disposizione di Liverani sarà più ampio a centrocampo, dove tornerà disponibile Tachtsidis, che ha scontato il turno di squalifica che gli era stato inflitto dal giudice sportivo, mentre già contro la Lazio hanno messo 25’ circa nelle gambe Majer e Deiola, senza contare l’ottima prestazione sfoderata da Petriccione nel ruolo di play.
I tifosi si aspettano molto anche da Barak, autentico trascinatore nel tris di vittorie centrato, prima del lockdown, contro Torino, Napoli e Spal. «Sto bene - dice il calciatore ceco - Ho preso una brutta botta in allenamento prima della partita col Milan, che mi ha costretto a dare forfait. Contro la Juventus non ero al top. Ora conta giocare perché solo così si acquisisce il ritmo migliore, in quanto non ci si allena praticamente più, con tante gare ravvicinate. Da qui alla conclusione, voglio dare il massimo per la squadra. Siamo attesi da sette finali, ma per noi dev’essere una finale anche il lavoro quotidiano perché solo con questa mentalità riusciremo a salvarci. Dobbiamo pensare solo a noi stessi, a conquistare i punti che servono per restare in A. Guardare cosa fanno le nostre rivali sarebbe un errore. Domani cercheremo di vincere a Cagliari. Poi andremo avanti con la sfida seguente, quella con la Fiorentina».
La prova sfoderata contro la Lazio fa ben sperare: «Sapevamo quanto fosse importante la gara. In questa fase della stagione ogni punto è pesantissimo. Siamo stati concentrati dall’inizio alla fine, attenti nella fase difensiva, bravi tatticamente. Nella ripresa non ci siamo espressi allo stesso livello del primo tempo sul piano del gioco, ma a noi servivano i punti ed abbiamo ragionato solo in quest’ottica. Possiamo vincere o perdere contro chiunque, come abbiamo dimostrato a Napoli, contro la Lazio ed il Torino. Questo discorso vale a maggior ragione in un periodo nel quale ci sono tante variabili».
Occorre limitare gli errori: «Abbiamo perso diversi incontri per qualche sbaglio di troppo. Dobbiamo metterci più attenzione perché un episodio può cambiare l’esito della stagione. Contro la Lazio sotto questo profilo abbiamo fatto un passo in avanti ed è importante compierne un altro contro il Cagliari».
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