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Antonio Calò
02 Aprile 2020
Difensore, Andrea Rispoli
LECCE «Da neopromosso, il Lecce sta dimostrando di potersela giocare con chiunque, soffrendo com’è naturale che accada per una formazione che proviene dalla B, ma anche cercando sempre e comunque di imporre il proprio gioco». È questo, secondo il terzino destro Andrea Rispoli, il segno distintivo del team giallorosso ed è da questa caratteristica, evidentemente, che il complesso di Liverani dovrà ripartire, se e quando sarà possibile tornare in campo per concludere l’annata agonistica interrotta da alcune settimane a causa della pandemia di coronavirus che sta martoriando l’Italia ed il mondo.
Una delle armi in più del Lecce degli ultimi anni è sempre stata la coesione che c’è in seno allo spogliatoio. «Proprio così - ammette il 31enne difensore di Cava de’ Tirreni - Il rapporto tra noi compagni di squadra è leale. Il gruppo è coeso. In questo periodo di quarantena sento più spesso Lapadula, Saponara e Dell’Orco, ma siamo tutti in contatto tramite la chat di riferimento della società».
Sarà fondamentale farsi trovare pronti nel caso in cui dovesse ripartire l’annata agonistica: «Il nutrizionista ci dà delle dritte sulla dieta da seguire per non prendere peso. Per l’allenamento, invece, ho comprato degli attrezzi tramite internet e provo a tenermi per quanto possibile in condizione eseguendo gli esercizi consigliati dallo staff».
Per Rispoli, quella in corso è la seconda esperienza con il Lecce, dopo quella vissuta nel 2010/2011. «La precedente avventura in giallorosso è coincisa con la mia prima volta in serie A - afferma - Per me è stata una stagione ampiamente positiva anche perché si è conclusa con una salvezza storica, in un torneo nel quale tutti ci davano per spacciati. Questa circostanza ha reso ancora più esaltante il raggiungimento del traguardo-permanenza».
La situazione sanitaria tiene tutti in ansia: «La preoccupazione è notevole, anche perché nessuno si aspettava una cosa del genere. Quotidianamente, dai bollettini della protezione civile, apprendiamo di tantissime persone che si ammalano e di numerose altre che perdono la vita. Tutto ciò è molto triste. La cosa che manca di più in un periodo come questo è la quotidianità. Dal mio punto di vista, andare al campo, uscire per fare la spesa con regolarità, fare un giro in centro per una passeggiata, l’adrenalina della partita, una cena con gli amici. Trascorro il tempo con mia moglie, in casa. Vediamo film e serie tv, cuciniamo, videochiamiamo familiari e persone care».
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