Vedendolo girare tra le Coppe del mondo, è venuto quasi spontaneo desiderare che un giorno possa regalare un trofeo anche al Bari.
All’interno del colonnato della Città Metropolitana di Bari, lo stesso scenario che ad aprile 2016 aveva ospitato una delle più grandi boutade dell’ultra centenaria storia biancorossa, con il malese Datò Noordin che annunciava lo sbarco in Champions League entro cinque anni, ieri si è mosso Luigi De Laurentiis. Senza proclami, con la massima umiltà, con il coraggio della concretezza che ha portato la famiglia proprietaria della Filmauro a rilevare il titolo sportivo della principale squadra di calcio barese, pur dovendo ripartire (a meno di clamorosi ribaltoni determinate dalle imminenti decisioni della giustizia sportiva) dalla serie D. Ieri il massimo dirigente della Ssc Bari ha presenziato all’inaugurazione della «mostra del calcio», campionaria che raccoglie cimeli quali le coppe del mondo vinte dalla nazionale italiana o le maglie dei principali campioni azzurri.
L’apertura dell’esposizione (a Bari dal 5 al nove settembre, nell’unica tappa pugliese) è stata varata dal sindaco Antonio Decaro e dall’assessore comunale allo sport Pietro Petruzzelli, alla presenza del presidente della sezione pugliese della Figc Vito Tisci che ha portato i saluti del commissario straordinario federale Roberto Fabbricini, nonché del direttore generale Michele Uva.
Solo poche parole per Luigi De Laurentiis, attento a non sbilanciarsi su un progetto a tutti gli effetti nato appena due settimane fa. Eppure, il figlio maggiore di Aurelio (plenipotenziario della Filmauro e patron del Napoli) sembra aver preso davvero a cuore l’avventura barese. Segue ogni dettaglio con la massima cura, arrivando persino a fissare nel capoluogo di regione pugliese il suo quartier generale, pur vivendo gran parte dell’anno a Londra e avendo a Roma il core business della sua attività imprenditoriale. Tuttavia, sta entrando nelle pieghe del tessuto cittadino: ci saranno modi e tempi per testare la passione della gente per il calcio. Nel frattempo, sta imparando a conoscere le principali tradizioni gastronomiche: «Bari è fantastica, veramente», ha affermato Luigi De Laurentiis. «Abbiamo tantissimi programmi, ma dobbiamo decidere una linea e presto sveleremo i capisaldi della nostra idea. La squadra è arrivata appena lunedì: siamo solo ai primi allenamenti. Nel frattempo, il sindaco ci ha portato a gustare delle vere prelibatezze, in giro per la città: il pesce è straordinario, i ricci di mare, il crudo, i musci che ho assaggiato cotti. Il cibo qui è un’eccellenza a tutti gli effetti. Il programma del nuovo Bari? È mangiare, mangiare, mangiare…», ha scherzato.
Entrando poi nello stato dell’arte: «Siamo “work in progress” come ho pubblicato in un video». Prosegue De Laurentiis: «Dobbiamo anche rendere perfetto il campo: la ditta De Grecis, composta da ottimi professionisti, sta lavorando giorno e notte per risolvere ogni problematica inerente il terreno di gioco sia dello stadio, sia dell’antistadio. Dateci solo un po’ di tempo: vedrete che ogni cosa sarà spiegata esaurientemente». Tuttavia, una battuta sulla squadra che sta nascendo la concede: «Quanto mi piace il Bari da uno a dieci? Nessun dubbio: dieci». Il presidente resterà accanto alla sua creatura ancora qualche giorno: con ogni probabilità,oggi presenzierà ad un test che i ragazzi di Giovanni Cornacchini sosterranno a Bisceglie, contro l’Unione Calcio Bisceglie, compagine locale che milita nel campionato di Eccellenza. Domenica, inoltre, è stata programmata un’ulteriore amichevole, contro il Team Altamura, compagine di pari grado poiché i murgiani militano come il Bari in serie D, sebbene siano stati inseriti nel girone H, a differenza dei biancorossi, collocati nel raggruppamento I. Possibile anche che si fermi nel capoluogo fino alla prossima settimana, per seguire ogni passo di avvicinamento all’esordio in campionato, in calendario per il 16 settembre a Messina. E, magari, per capire se, in conseguenza delle decisioni del collegio di garanzia del Coni sui ripescaggi in B (che potrebbero riportare il torneo da 19 a 22 squadre liberando posti anche in C), ci sia la possibilità di ottenere l’ammissione in Lega Pro salvando il professionismo.