Mercoledì 12 Novembre 2025 | 14:26

Gli ambientalisti tuonano: «Gravi criticità, si sospenda il Piano costiero di Ostuni»

Gli ambientalisti tuonano: «Gravi criticità, si sospenda il Piano costiero di Ostuni»

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

«Gravi criticità, si sospenda il Piano costiero di Ostuni»

Le associazioni: «Negato l’accesso alle aree più pregiate. Per le associazioni ambientaliste, il Piano comunale costiero adottato il 10 ottobre dalla giunta Pomes è da rifare.

Mercoledì 12 Novembre 2025, 12:46

12:50

Per le associazioni ambientaliste, il Piano comunale costiero adottato il 10 ottobre dalla giunta Pomes è da rifare.

Il Forum della società civile, insieme ai tecnici delle associazioni Italia nostra Messapia Ostuni, Libero comitato per la salvaguardia della costa di Ostuni, Circolo Legambiente Ostuni, Geos Ostuni, Comunità laudato sì e Lu Scupariedde, ha presentato una serie di osservazioni tecniche e giuridiche, contestando il Piano e chiedendone la sospensione e la revisione totale.

«Numerose spiagge libere con servizi - si legge nel documento degli ambientalisti - sono localizzate in aree a media pericolosità idraulica, diverse previsioni ricadono in zone a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata, significative sovrapposizioni sono riscontrabili con aree soggette a erosione costiera accelerata». Per questo chiedono «la specificazione dei criteri adottati per la localizzazione delle attività turistico-ricreative e la ricollocazione delle stesse in aree prive di vincoli e rischi».

Vengono inoltre documentate «sistematiche carenze infrastrutturali per l'accesso alle spiagge libere, soprattutto in relazione alle aree occupate da villaggi turistici privati (in particolare Rosa Marina e Valtur), mentre il Piano non prevede interventi adeguati per superare tali criticità».

Ancora: si ravvedono «assenza di parcheggi pubblici dimensionati secondo standard urbanistici, mancanza di individuazione dei percorsi pedonali accessibili, carenza di collegamenti con il trasporto pubblico; concentrazione delle spiagge libere in aree intercluse o difficilmente raggiungibili». D’altronde, «il Piano riconosce esplicitamente l'esistenza di enclave turistiche esclusive che impediscono l'accesso pubblico alle aree costiere più pregiate, ma non prevede azioni per superare tale modello discriminatorio».

Ad ogni modo, quella che viene catalogata come «grave anomalia» è «la previsione di spiagge libere con servizi e stabilimenti balneari in aree classificate a rischio idrogeologico elevato: le nuove concessioni sono infatti individuate alla foce o nelle fasce di rispetto di corsi d’acqua o in corrispondenza di falesie, quindi in aree dove vige il divieto assoluto di concessione».

Gli ambientalisti chiedono l’eliminazione di pressoché tutte le spiagge libere con servizi perché confliggenti con i vari vincoli previsti (il riferimento è a quelle di Pilone e Cala di Rosa Marina rientranti nel Parco delle Dune Costiere, di Monticelli, Villanova, Petrolla, Camerini, Gorgognolo, Costa Merlata). Ma anche a quella di Torre Pozzella, dove viene ravvisata una «incoerenza e illogicità della scelta localizzativa - argomentano gli ambientalisti - tanto più se si tiene conto che nel Piano comunale costiero 2023 l’area non era concedibile».

Le principali modifiche richieste ineriscono dunque l’eliminazione delle contraddizioni interne del Piano, con particolare riferimento alle aree riconosciute come non concedibili ma mantenute nella pianificazione; l’acquisizione del parere preventivo, obbligatorio e vincolante dell’Autorità di bacino e della Soprintendenza; la sospensione dell’iter di approvazione del Piano fino all’approvazione della variante di adeguamento del Prg al Pptr sui cui elaborati esso si basa; l’elaborazione di un Piano di conservazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio archeologico costiero».

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