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America’s Cup, Caso e Taveri: «Brindisi è la location ideale»

 
Nicola Bellanova

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Nicola Bellanova

America’s Cup, Caso e Taveri: «Brindisi è la location ideale»

Il giornalista Mediaset: «Quelli di New Zealand molto soddisfatti»

Mercoledì 16 Ottobre 2024, 12:24

BRINDISI - Infrastrutture, sicurezza ed esperienza non mancano. Peccato per l’incognita vento, ma lì dipenderà solo dalla natura. Autorevoli esperti del settore vedono con favore la candidatura di Brindisi quale sede di alcune regate (o della finale) della prossima Coppa America di vela. Matteo De Nora, rappresentante di Emirates Team New Zealand, durante la sua visita estiva a Brindisi è rimasto impressionato positivamente dalla città e dal territorio. Ma da qui a garantirsi un posto al sole, ce ne corre. Al di là delle variabili esogene non indifferenti (interessi economici, peso delle federazioni, geopolitica), ci sono molti punti forti e qualche ostacolo di rilievo, ma tutto sommato, almeno sulla carta, la città avrebbe le carte in regola per ospitare l’evento. A confermare queste impressioni sono Nino Caso, presidente del Circolo della Vela Brindisi, e il giornalista di Mediaset Mino Taveri, brindisino doc e commentatore della manifestazione. Caso è realista, avendo girato il mondo e visto spettacoli sportivi di altissimo livello, allacciando contatti con l’establishment internazionale del settore: «Abbiamo ospitato un campionato italiano a giugno e, come si è notato, il vento non è mancato e a Brindisi mai mancherà. Certo, in determinate situazioni ci può essere il rischio di onde quando si superano i 15 nodi: il range delle imbarcazioni partecipanti alla Coppa America è tarato da un minimo di 9 a un massimo 21 nodi, comunque nei parametri, salvo appunto eventi straordinari». Secondo il presidente del Circolo, non ci sarebbe nemmeno bisogno di cementificare ulteriormente i bacini interni o esterni del porto per garantire la sicurezza delle barche: «Bisogna tenere conto che oggi le varie basi nautiche sono allestite con moduli removibili. A Brindisi per fortuna non ci sono problemi di disponibilità degli spazi e le correnti a settembre non sono invasive. Quindi le condizioni per ospitare la grande macchina della Coppa America ci sono tutte». Naturalmente, si dovrà - è proprio il caso di dirlo - navigare tutti nella stessa direzione di vento: «Tutto è possibile, a patto che ci sia la massima collaborazione tra Autorità Portuale, Marina Militare, Onu e tutte le istituzioni. Bisognerà poi organizzare l’accoglienza e fare sistema, magari prendendo spunto anche da quel che di buono si è fatto finora; sarebbe uno spettacolo irripetibile e una vetrina unica per la città. Ma se De Nora ha avuto l’intuizione di Brindisi, le possibilità ci sono».

Mino Taveri è schietto: «Sarebbe un sogno, ma ora non so quanto realizzabile. Di sicuro quelli di New Zealand sono stati molto soddisfatti del territorio, e soprattutto della vicinanza alle spiagge e dell’ambiente naturale, fattori che hanno sempre fatto presa sui decisori. E considerato che saranno loro a scegliere dove regatare, tutto ci può stare. Oggettivamente non è facile, perché la concorrenza è forte, ma i punti di forza ci sono: Brindisi ha gli spazi per le basi, il porto è sicurissimo, ma gli aspetti da limare sono tantissimi, senza dimenticare il maestrale che potrebbe creare problemi. E poi dietro la Coppa America c’è una macchina organizzativa complessa. È una bella suggestione, speriamo diventi realtà».

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