BRINDISI - Quattro persone, ritenute presunti esponenti della Sacra corona unita, sono state arrestate all’alba nel Brindisino sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli indagati sono accusati di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso, ai danni di un imprenditore.
Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e condotte dalla Squadra Mobile della questura di Brindisi e dalla Sisco di Lecce, con il supporto del servizio centrale operativo. I quattro apparterebbero, riferiscono dalla questura di Brindisi, alla frangia del «clan dei mesagnesi».
Avrebbero chiesto alla vittima, un imprenditore del Brindisino, 200mila euro e l’assunzione di una persona di loro fiducia i quattro arrestati questa mattina.
L’attività svolta dalla squadra mobile di Brindisi, guidata dal vicequestore Giorgio Grasso, è partita dalla denuncia dell’imprenditore, che opera nel settore dell’edilizia, la cui collaborazione è stata di «fondamentale importanza» secondo gli inquirenti. Sarebbero stati almeno tre gli incontri nei quali gli indagati avrebbero avanzato le loro richieste alla vittima poiché, emerge dagli atti, anche loro «dovevano stare bene». Il giorno fissato per la consegna di una prima tranche della somma di denaro, ventimila euro, a fronte della mancata presentazione all’incontro da parte dell’imprenditore presso l’abitazione dell’intermediario, gli indagati si sarebbero recati all’interno del cantiere edile compiendo diversi transiti, con brevi soste, a bordo di un’autovettura «con chiaro atteggiamento intimidatorio». Inoltre poche ore dopo avrebbero minacciato la vittima intimandogli che entro la stessa giornata avrebbe dovuto consegnare il denaro, pena l’impossibilità di proseguire la propria attività lavorativa nel territorio, ritengono gli investigatori, «assoggettato al controllo» delle quattro persone poi arrestate.