Martedì 23 Settembre 2025 | 20:48

Escort uccisa in Toscana, il sampietrano Buccolieri tradito da Facebook e Dna

 
stefania de cristofaro

Reporter:

stefania de cristofaro

Escort uccisa in Toscana, il sampietrano Buccolieri tradito da Facebook e Dna

corte d'assise firenze

Incensurato, imputato a piede libero, l'uomo originario del Brindisino dal 2005 risiede a Porcari. Cristina Macarthy venne colpita diverse volte con un oggetto tagliente al collo, al torace e all’addome

Domenica 06 Ottobre 2024, 11:39

Non c’è solo il Dna. Un’arcata dentale, le dichiarazioni di due amici e un messaggio sul profilo Facebook sono gli altri «gravi indizi» che hanno portato la Procura di Pistoia a chiedere il processo per Pasquale Buccolieri (49 anni, nato a San Pietro Vernotico) con l’accusa di omicidio volontario, a conclusione delle indagini sulla donna di origine brasiliana, Cristina Macarthy, 47 anni, trovata morta il 19 aprile 2008 nell’appartamento di Montecatini Terme in cui riceveva clienti per prestazioni sessuali. Ma resta il punto interrogativo sul movente. Nel capo d’imputazione, infatti, non c’è alcuna indicazione.

Buccolieri, incensurato, imputato a piede libero, dal 2005 risiede a Porcari, comune in provincia di Lucca a meno di trenta chilometri da Montecatini. Il processo in Corte d’Assise inizierà il 26 novembre. Il 49enne è difeso dall’avvocato Sara Tordazzi.

Stando a quanto emerso dall’autopsia, Cristina Macarthy venne colpita diverse volte con un oggetto tagliente al collo, al torace e all’addome. Fra gli organi attinti non ce n’era nessuno capace di determinarne il decesso. La donna morì dissanguata.

Otto i sospettati all’inizio, tra clienti e colleghe della 47enne. Verifica dopo verifica, le posizioni sono state stralciate.

L’accelerazione alle indagini è arrivata nel 2021, quando il servizio di polizia scientifica della direzione centrale anticrimine ha inviato alla squadra mobile di Pistoia i risultati dell’esame del Dna, partendo da tracce ricavate da una calza autoreggente indossata dalla donna. Il profili del cromosoma Y hanno spostato l’inchiesta nel Brindisino, essendoci corrispondenza con un uomo, inizialmente indicato con il numero 7, un Buccolieri, nato a San Pietro Vernotico e residente a San Pancranzio Salentino, noto alle forze dell’ordine per reati nel Salento e finito ai domiciliari.

Quel Buccolieri non era mai stato in Toscana, stando alle banche dati. Considerando che il cromosoma Y è condiviso solo dagli uomini di una stessa famiglia e viene ereditato per parte di padre, le indagini, in collaborazione con la Squadra mobile brindisina, si sono spostate sui quattro fratelli, ma nessuno è stato in Toscana. A quel punto sono state eseguite verifiche su un’altra famiglia con lo stesso cognome, il cui capostipite era di San Pancrazio, cugino del primo.

Sono stati comparati i Dna dei figli maschi, arrivando al 49enne Pasquale Buccolieri, il cui nome era stato indicato da due suoi amici come cliente della donna. Le arcate dentali sono state confrontate con i segni dei morsi trovati sulla donna, arrivando a un giudizio di compatibilità. Agli atti dell’inchiesta anche i profili Facebook del 49enne e un messaggio ritenuto rilevante, quello in cui viene chiesto a Buccolieri dove siano le brasiliane.

In occasione dell’udienza preliminare davanti al gup Luca Gasparri, che ha disposto il rinvio a giudizio così come chiesto dalla pm Luisa Serranti, si sono costituiti parti civili il fratello e il figlio della donna residenti in Brasile, rappresentanti dall’avvocato Maria Di Rocco. Da 16 anni aspettano la verità e chiedono giustizia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)