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Inchiesta sul voto di scambio a Brindisi, il M5S si appella al ministro Piantedosi: «Intervenga sul Comune»

 
Redazione online

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Ipotesi di reato di voto di scambio a Brindisi, il M5S presenta un'interpellanza a Piantedosi

Dopo le ipotesi su possibili irregolarità nelle elezioni amministrative. I grillini: «un episodio molto grave»

Giovedì 03 Ottobre 2024, 18:17

19:00

BARI - «L'inchiesta aperta dalla Procura di Brindisi per ipotesi di reato di voto di scambio, avvenuta in occasione delle ultime elezioni per il rinnovo del Comune di Brindisi del maggio 2023, non deve passare inosservata. È un episodio molto grave che incide sullo stato della nostra democrazia, a partire dal livello di governo più prossimo ai cittadini, ovvero le amministrazioni comunali». Così in una nota Leonardo Donno, deputato M5S e coordinatore regionale Puglia, annunciando di aver presentato un’interpellanza al ministero dell’Interno Piantedosi «firmata anche dal presidente Giuseppe Conte e dai parlamentari M5S Alfonso Colucci, Gaetano Amato, Carla Giuliano, Daniela Torto, Stefania Ascari, Roberto Traversi».

Il riferimento è alle indagini della magistratura brindisina sull'ipotesi di una compravendita di voti che sarebbe avvenuta in occasione delle amministrative del Comune di Brindisi dello scorso anno, circostanza riportata nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata dai carabinieri nei giorni scorsi a cinque uomini. Uno di questi, Vincenzo Corsano, di 53 anni, secondo l’accusa sarebbe stato contattato da «una persona non meglio identificata» «affinchè «si adoperasse nel procurare dei voti da parte di cittadini ...previo compenso di danaro pari a circa 30 euro per preferenza».
Attraverso l’interpellanza, i pentastellati chiedono al ministro Piantedosi «se è a conoscenza dei fatti, quali iniziative intende mettere in campo per contrastare il problema, e se non si intendano sostenere strumenti di prevenzione, quali i protocolli di legalità, che i prefetti e i sindaci possono sottoscrivere per promuovere pratiche virtuose e codici di autoregolamentazione che consentano il recupero della fiducia nella politica da parte dei cittadini».
Secondo il deputato Donno, «a prescindere dalle responsabilità da accertare nelle sedi opportune è fondamentale rafforzare i presidi di legalità, attuare il principio di trasparenza, come strumenti di prevenzione dal malaffare»

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