Sabato 06 Settembre 2025 | 12:30

Pentiti brindisini alla gogna su TikTok, pubblicato anche il nome di un poliziotto

 
redazione brindisi

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Pentiti brindisini alla gogna su TikTok, pubblicato anche il nome di un poliziotto

Un post ha totalizzato 100mila visualizzazioni. La pagina è stata oscurata ieri, si trovavano anche copie di verbali di interrogatori

Venerdì 30 Agosto 2024, 09:00

09:10

BRINDISI - «Su questa pagina verranno pubblicati tutti i pentiti, infami e confidenti». Questa breve descrizione accompagna la pagina su TikTok intitolata «pentiti brindisini», gestita da un account anonimo, il cui profilo non ha restrizioni ma è aperto a tutti coloro i quali hanno accesso al social network. La pagina, fino a ieri pomeriggio, ossia finché non è stata oscurata, contava 1.640 follower, con 2.493 «mi piace». Il post che si legge per primo, quello fissato in alto, ha totalizzato quasi 100mila visualizzazioni: «Non vi lamentate se vengono pubblicate foto vostre o dei vostri parenti», si legge. «Su questa pagina qui vengono pubblicati solo pentiti dichiarati essendo che è stata una vostra scelta di vita non potete lamentarvi, ci dovevate pensare prima». L’italiano è claudicante. Se ci siano o meno estremi rilevanti sul piano penale, sarà l’inchiesta della Dda di Lecce a stabilirlo. Dda salentina che ha già intercettato TikTok così come le video-call su Instagram del detenuto Cristian Tarantino, originario di San Pietro Vernotico, già condannato per mafia e droga. Sulla pagina «pentiti brindisini» ci sono una serie di foto e nomi, a partire da quelli di Vito Di Emidio, alias Bullone, che solo nella provincia di Brindisi ha ammesso di aver ucciso «una ventina di persona», precisando di non ricordare bene il numero degli omicidi. Sulla pagina ci sono anche stralci di alcuni verbali firmati da chi ha deciso di passare dalla parte dello Stato, dopo anni di militanza nella Scu o di «lavoro» nel traffico di droga e nel contrabbando. Nelle ultime ore è stata pubblicata una copia del verbale reso dall’ultimo collaboratore di giustizia di Brindisi, Massimiliano Morleo, nonostante quella pagina sia finita sotto i riflettori - non solo mediatici - dopo il servizio mandato in onda dall’emittente Antenna Sud, a firma di Gianmarco Di Napoli. Quel verbale, firmato da Morleo davanti al pm della Dda di Lecce il 21 settembre 2021, ha ottenuto oltre 34mila visualizzazioni. Morleo, con le sue dichiarazioni, ha permesso la riapertura del fascicolo d’inchiesta sulla morte degli imprenditori Sergio Spada e Salvatore Cairo, entrambi attivi del settore della vendita di pentole e articoli per la casa. Le indagini, coordinate dal pm della Dda Milto Stefano De Nozza, hanno portato al fermo di Cosimo ed Enrico Morleo, fratelli del collaboratore, ad oggi ristretti in carcere e nel frattempo sotto processo con l’accusa di aver ucciso entrambi gli imprenditori, con le aggravanti della premeditazioni e del metodo mafioso. Sulla pagina di TikTok c’è anche il nome di chi - secondo l’anonimo gestore - «si frequenta ancora oggi con Massimiliano Morleo»: «Lo va a trovare in località protetta quando può he (scritto proprio così, ndr) si vedono a video chiamata tutti i giorni». Ci sono, inoltre, i nomi di Andrea Romano, ascoltato anche per l’omicidio di Gianpiero Carvone, il 19enne ucciso a settembre 2019 davanti alla sua abitazione al rione Perrino, così come quelli della moglie e della cognata. Tutti pentiti. E poi i nomi di un poliziotto di Brindisi e di uno studio professionale: messaggi dal contenuto intimidatorio, come quello rivolto ad Adriano Stano, nome legato al periodo in cui il Montenegro era zona di latitanza: «Che bei figli che hai. Li hai uccisi». Stano ha provato a capire chi si nascondesse dietro quella pagina social, prima attraverso un profilo falso, poi con le sue generalità, ma senza risultato. [Stef. DeCri.]

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