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Brindisi, allarme dei medici al Perrino: «A rischio chiusura l’Unità di terapia intensiva neonatale»

 
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Brindisi, allarme dei medici al Perrino: «A rischio chiusura l’Unità di terapia intensiva neonatale»

La Fp Cgil del settore scrive alla Asl e denuncia il depotenziamento di reparti che una volta erano un fiore all’occhiello dell'azienda ospedaliera

Mercoledì 19 Giugno 2024, 13:39

«L’Unità di terapia intensiva neonatale del “Perrino” è a rischio chiusura dopo il depotenziamento».

A lanciare l’allarme è Luca Ghezzani, coordinatore Fp Cgil medici e dirigenti, che ha scritto ai vertici della Asl brindisina e al presidente della Conferenza dei sindaci. Lo spettro è la chiusura definitiva dell’Utin e della neonatologia del presidio ospedaliero.

«L’Utin, fiore all’occhiello della Asl nonostante l’assenza di un servizio di partoanalgesia - ricorda Ghezzani - è stata depotenziata circa un anno fa stante la gravissima carenza di organico medico specializzato in pediatria e ultra-specializzato in neonatologia. Un depotenziamento che, di fatto - stigmatizza - era una chiusura sostanziale di una struttura dotata di personale in grado di salvare anche immaturi e prematuri perfino di 25 settimane. A questa chiusura, naturalmente, non è conseguito altro che mobilità passiva verso altre Asl, fenomeni di rinuncia e autoesclusione dalle cure, soprattutto tra coloro che non possono permettersi la migrazione sanitaria o il ricorso al sempre pronto privato».

All’orizzonte ci sarebbe il declassamento dell’Unità operativa di neonatologia a Punto nascita di primo livello.

«Un Punto che sarà comunque sotto organico e a sua volta a rischio di chiusura definitiva - ipotizza l’esponente sindacale - a causa del prossimo collocamento in quiescenza del direttore e del recesso volontario di altra unità di personale medico cui recentemente era stato conferito un incarico dirigenziale gestionale. Nonostante le procedure concorsuali del 2020 - osserva - sono rimaste in servizio attivo soltanto quattro unità di personale dirigente (di cui un’unità esonerata dal lavoro notturno), mentre per garantire la piena esigibilità del diritto alla salute in condizioni di sicurezza, l’Asl, con la pianificazione del servizio di guardia notturna e festiva, dovrebbe prevedere la presenza complessiva, nei giorni feriali, di almeno tre dirigenti durante fascia oraria antimeridiana, almeno due unità durante la fascia oraria pomeridiana e almeno una unità di guardia notturna».

Da qui l’appello «a innescare un circolo virtuoso che ne recuperi attrattività e sicurezza, all’espletamento rapido di procedure concorsuali, a favorire e garantire percorsi di formazione continua, a prestare maggiore attenzione e velocità nella ricostruzione delle carriere e nell’attribuzione degli scatti salariali dei dirigenti e - conclude Ghezzani - conferire e valorizzare incarichi di alta specializzazione ed elevatissima professionalità e non limitarsi al conferimento di incarichi gestionali».

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