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Porto di Brindisi: Dongfeng, a luglio le risposte Ufficiali e l’esclusione dalle Ten-T

 
andrea pezzuto

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andrea pezzuto

Porto di Brindisi: Dongfeng, a luglio le risposte Ufficiali e l’esclusione dalle Ten-T

Inserita nella Rete Globale la tratta ferrovia Brindisi-Taranto. Il porto l porto di Brindisi appetito dai grandi player dell’automotive

Sabato 15 Giugno 2024, 16:50

A luglio, dopo le missioni in Cina della premier Giorgia Meloni e del ministro del Mimit Adolfo Urso, se ne saprà di più sulla possibilità che Dongfeng Motor investa in Italia. La grande casa produttrice di auto a batteria controllata al 100 per cento dallo Stato cinese, da tempo è in trattativa con il governo italiano per verificare le condizioni di un approdo nel Bel Paese. Nei mesi scorsi, una delegazione italiana guidata da Amedeo Teti, direttore generale del Mimit e coordinatore del Tavolo ministeriale sulla crisi del comparto industriale brindisino, aveva già incontrato in Cina i vertici della società. Il governo avrebbe offerto sussidi, nei limiti imposti dal divieto degli aiuti di Stato. La partita interessa da vicino i porti di Brindisi e Taranto, che sarebbero stati messi a disposizione dall’esecutivo come hub logistico, come avamposto europeo per l’ingresso delle auto elettriche. Il repentino innalzamento dei dazi verso le auto cinesi deciso nelle scorse ore dall’Europa potrebbe anche produrre come effetto una accelerazione dell’arrivo in Italia di Dongfeng. Infatti, qualora le case automobilistiche cinesi decidessero di aprire fabbriche nel Vecchio continente per l’asseblaggio delle vetture, potrebbero sperare di aggirare i dazi imposti da Bruxelles.

Si tratta di una grande occasione per il porto di Brindisi, che è stato già scelto da Grimaldi come base per il trasbordo delle auto, trasportate attraverso le car carrier della compagnia italiana. Il ministro Urso al Corriere della Sera ha confermato che c’è la «volontà di cooperare con la Cina sia negli scambi commerciali sia per eventuali investimenti reciproci nei veicoli elettrici in generale, ma non solo. Noi siamo aperti agli investimenti. Siamo usciti dalla Via della Seta - ha concluso - ma crediamo nella via dei mercati».

Se il discorso Dongfeng è ancora remoto, quello legato a Grimaldi, invece, è molto concreto. Il progetto prevede l’occupazione di 19 ettari, con una prima fase che vedrebbe la compagnia utilizzare solo la banchina dove attualmente Enel movimenta il carbone e una seconda fase con un ampliamento verso la zona franca doganale di Enel e Cerano. Si parla di un investimento da 60 milioni di euro e 240 addetti.

Dopo aver acquisito di fatto la gestione del porto di Igoumenitsa, Grimaldi guarda a Brindisi con sempre maggiore interesse vista la crescita esponenziale del traffico di rotabili lungo l’Autostrada del mare che dall’est giunge in Puglia, per poi proseguire la sua rotta verso il Tirreno.

E a proposito di rotte, nelle scorse ore il Mit ha diramato una nota esprimendo soddisfazione per l’adozione in via definitiva da parte del Consiglio Ue del Regolamento sulle Reti Ten-T. Per Brindisi arriva l’ufficialità dell’esclusione. «Il corridoio Mar Baltico-Mar Adriatico viene arricchito, sul lato italiano, dal prolungamento della Dorsale Adriatica fino a Bari» e «il nuovo corridoio dei Balcani Occidentali vede connessa l’Italia da sud con la nuova tratta Bari-Durazzo-Skopje-Sofia»,commenta soddisfatto il ministro Matteo Salvini, il quale aggiunge che «è stata inserita nella Rete Globale la sezione ferroviaria Brindisi-Taranto». In sostanza, significa la possibilità di potenziare l’asse tra le due città portuali e industriali. Ammesso che questa possa essere una notizia accolta con favore dal territorio brindisino, di certo al momento c’è che le infrastrutture che appartengono alla Rete Ten-T sono eleggibili per i finanziamenti europei. E Brindisi è fuori, ancora una volta.

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