BRINDISI - L’Asl Brindisi, tramite la sua assicurazione, ha risarcito con 465mila euro una 54enne di Francavilla Fontana e i suoi familiari per un ritardo di diagnosi che ha causato alla donna l’amputazione della gamba. La notizia è diffusa dal gruppo Giesse Risarcimento Danni che assiste la 54enne. I fatti risalgono al 2013 quando la donna in seguito ad un incidente domestico si rivolse inizialmente all’ospedale di Francavilla Fontana dove venne riscontrata una grave emorragia alla gamba. Dopo una serie di valutazioni sul quadro clinico il personale medico decise il trasferimento all’ospedale 'Perrino' di Brindisi.
«L'arrivo in ospedale è avvenuto tra le 22 e le 22.30 con il medico del Perrino- spiegano dal gruppo Giesse - che avrebbe sottoposto la paziente all’esame richiesto soltanto alle 3.30, dopo che il dottore di Francavilla Fontana, che aveva accompagnato la donna in ambulanza, aveva dapprima minacciato di chiamare i carabinieri e poi fatto chiamare dal proprio direttore sanitario quello dell’ospedale Perrino. Solo a quel punto, su richiesta esplicita del direttore sanitario del Perrino, la paziente era stata sottoposta all’esame richiesto fin da subito».
Come è stato confermato dal consulente della Procura di Brindisi, nel procedimento penale a carico del medico dell’ospedale di Brindisi, «le chance di salvare l’arto sarebbero state concrete, se solo l’intervento chirurgico fosse stato effettuato entro le 12 ore dall’incidente». La donna, invece, fu sottoposta all’intervento di rivascolarizzazione soltanto il giorno successivo, alle 16.30, quando a quasi 24 ore dall’incidente, e con l’arto in necrosi. «Dopo una lunga e accanita trattativa abbiamo ottenuto, in via stragiudiziale, un risarcimento di 465mila euro, malgrado - spiegano da Giesse Risarcimenti Danni - l’assoluzione penale del medico del Perrino».