BRINDISI - Si apre uno spiraglio affinché nell’Unità di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Perrino tornino possibili i ricoveri dei neonati con età gestazionale al di sotto delle 34 settimane. L’Asl di Brindisi, infatti, ha deciso di pubblicare un avviso pubblico per reperire quattro dirigenti medici tramite l’istituto della mobilità regionale e interregionale. La mobilità sarà perfezionata con graduatoria, per soli titoli, esclusivamente nel caso in cui tramite la graduatoria concorsuale per quattro posti di dirigente medico di Neonatologia, approvata nel marzo del 2023, non si riesca a soddisfare totalmente il fabbisogno assunzionale.
Da luglio accade che i neonati al di sotto delle 34 settimane vengano presi in carico dall’ospedale Fazzi di Lecce previa attivazione di due procedure. Una è quella del servizio di trasporto assistito materno per i pazienti con gravidanza a rischio che necessitano di cure con maggior livello di complessità. L’altra riguarda il servizio di trasporto emergenza neonatale per i neonati che necessitano di cure intensive quando le condizioni cliniche della donna non ne hanno consentito il trasporto e il parto è avvenuto in urgenza nell’ospedale Perrino. L’impossibilità per il Perrino di trattare questi casi è legata alla carenza di personale medico.
Fino ad oggi questa vacatio ha inciso solo sull’impossibilità di accogliere i neonati con età gestazionale al di sotto delle 34 settimane. Per il resto, l’Utin è regolarmente funzionante, dato che i turni vengono coperti con il supporto dei medici dei reparti di Pediatria degli ospedali di Brindisi e Francavilla. Negli scorsi mesi è stata inoltre attivata per un limitato periodo una convenzione con la Neonatologia del Policlinico di Bari.
Tra i politici che hanno evidenziato i disagi per la situazione attuale c’è il consigliere regionale Luigi Caroli. «Se la mamma partorisce prima dell’ottavo mese - ha osservato Caroli - sarà costretta a separarsi dal suo neonato che sarà trasportato al Fazzi di Lecce. Un disagio fisico e morale che non si augurerebbe a nessuna mamma che deve vivere a distanza le prime ore di vita del proprio bambino. Senza contare lo stress che si dovrà sopportare per andare a Lecce per vedere il proprio neonato nell’Utin del Fazzi. A tutto questo si aggiunge lo stress dei medici ginecologi e pediatri di Francavilla, che come trottole vengono spostati sull’ospedale di Brindisi per coprire i turni».