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Omicidio Stasi nel Brindisino, la Cassazione si pronuncia sull’accusato maggiorenne

 
Stefania De Cristofaro

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Stefania De Cristofaro

Omicidio Stasi nel Brindisino, la Cassazione si pronuncia sull’accusato maggiorenne

Gli esiti della decisione odierna degli Ermellini determineranno la celebrazione dell’udienza preliminare nel capoluogo

Mercoledì 15 Novembre 2023, 10:16

FRANCAVILLA FONTANA - Ricorso in Cassazione dopo che il tribunale del Riesame ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Cristian Candita, il 22enne di Francavilla Fontana, arrestato il 22 maggio scorso, per l’omicidio di Paolo Stasi, 19 anni, avvenuto il pomeriggio del 9 novembre 2022, davanti al portone dell’abitazione di famiglia, in via Occhi Bianchi. Per Candita la Procura di Brindisi ha chiesto il processo con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, legato a un debito di 5mila euro che Stasi avrebbe accumulato assieme alla madre per il consumo di droga. Accusa mossa in concorso con Luigi Borracino, all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne (ha compiuto da poco 19 anni), per il quale procede la procura dei minorenni.

L’udienza preliminare, prevista per ieri, è stata rinviata al prossimo 17 novembre in attesa che si pronunci la Cassazione. Ieri l’avvocato Michele Fino, difensore di Candita, ha discusso davanti agli Ermellini sollevando «in primis» la questione legata alla qualificazione giuridica del fatto e poi vizi rispetto ad alcune intercettazioni ambientali. Rispetto al primo profilo, secondo il penalista, per Candita la qualificazione più corretta sarebbe il concorso anomalo nell’omicidio, perché stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, partendo dalle visione delle immagini delle telecamere presenti nella zona di via Occhi Bianchi, il 22enne sarebbe stato alla guida di un’auto, una Fiat Punto Grande, usata per raggiungere l’abitazione di Stasi, far scendere Borracino e poi fuggire. In questa ricostruzione, Borracino si sarebbe disteso sui sedili posteriori dell’auto e prima di arrivare davanti all’abitazione del 19enne, avrebbe chiamato al telefono Stasi dicendogli di scendere. Davanti al portone, dopo averlo visto, ha esploso due colpi, il primo, fatale, ha attraversato la schiena del ragazzo sceso in ciabatte, uccidendolo.

Quanto ai vizi relativi ad alcune intercettazioni, l’avvocato ha evidenziato che nel corso delle indagini è stato impiegato anche un «trojan» che, applicato al telefono di Borracino, ha permesso l’ascolto di conversazioni nei luoghi di privata dimora. Per questo motivo, secondo il difensore, sarebbe stato necessario avere motivazioni più stringenti nel decreto di autorizzazione.

La Cassazione si pronuncerà nella giornata odierna. E in base all’esito del ricorso, si saprà se resta o meno confermata la data del 17 novembre per l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Brindisi, Barbara Nestore.

Il pm Giuseppe De Nozza ha chiesto il processo oltre che per Candita, per sei persone, tra cui la madre del ragazzo ucciso, Annunziata D’Errico, 50 anni. Nei confronti della donna l’accusa è di detenzione di sostanze stupefacenti con finalità di cessioni a terzi. Sullo sfondo dell’omicidio, ci sarebbe stata la droga.

Borracino e la madre di Stasi, in concorso con il 19enne ucciso, avrebbero «detenuto, con finalità di cessione a terzi, sostanze stupefacenti». La droga sarebbe stata introdotta nell’abitazione della famiglia Stasi «a seguito di un accordo espresso con la madre» e sarebbe stata custodita e confezionata in dosi. Per l’hashish, si sarebbe trattato di buste del peso di 100 grammi ciascuna, con cadenza settimanale, e per l’eroina in buste di 50 grammi, si legge nel capo d’imputazione. Paolo Stasi e la madre avrebbero consumato droga, pagandola solo in parte, accumulando il debito pari a 5mila euro, qualificato come movente (futili motivi). La donna è difesa dall’avvocato Francesco Monopoli. Come parte offesa, in relazione all’omicidio del figlio, assieme al marito e alla figlia, è rappresentata dall’avvocato Domenico Attanasi.

Borracino e Candita sono imputati per l’acquisto di hashish a Taranto, di qualità Ibiza Caramel, e a Bari di qualità Blu Dream, Orange Nectar, Cali Kush poi trasportata a Francavilla Fontana.

Chiesto il processo per detenzione ai fini di spaccio anche per Giovanni Di Cesaria, 25 anni, Pasquale Moldavio, 31 Cosimo Candita 40, tutti di Francavilla Fontana. Analoga richiesta con identica imputazione per le fidanzate dei due ragazzi accusati di omicidio: Marirosa Mascia, 25 anni, e Sara Canovari, 20 anni.

Per Borracino, il difensore Maurizio Campanino, ha chiesto il processo abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica per accertare la maturità di discernimento del giovane. L’istanza sarà discussa dal gup del tribunale per i minorenni di Lecce il prossimo 4 aprile. Borracino è ristretto nel carcere di Brindisi dal 22 maggio scorso. Nelle scorse settimane ha ammesso di aver sparato a Stasi ma ha precisato di non averlo fatto per uccidere.

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