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Brindisi: «Lavoro sempre più povero», la denuncia dei rider e del Nidil Cgil

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Brindisi: «Lavoro sempre più povero», la denuncia dei riders e del Nidil Cgil

Riparte la mobilitazione dei nuovi precari con lettera all'Ispettorato. Sotto accusa due piattaforme

Domenica 15 Ottobre 2023, 10:25

BRINDISI - Ripristino della compensazione oraria e del numero essenziale dei rider in zona, oltre al riconoscimento del contratto di lavoro nazionale. Si leva da Brindisi la nuova mobilitazione dei riders che denunciano - insieme con la segretaria del Nidil Cgil Chiara Cleopazzo - una nuova disastrosa situazione lavorativa «completamente fuori dal controllo della legge». E non solo relativamente alla violazione delle leggi sul lavoro, ma anche quelle relative alla privacy dei propri iscritti. Sotto accusa le piattaforme Glovo e Deliveroo.

«I riders - denunciano - si vedono inquadrati a proprie spese inizialmente tramite ritenuta d'acconto fino a un massimo di 5000 euro. I fattorini pagano a loro spese sempre il 20% di tasse e sempre a loro spese, tutti i costi per la consegna derivanti dal uso dei propri mezzi. Tuttavia, una volta raggiunto il limite che la ritenuta d'acconto impone, i rider si vedono "costretti" ad aprire una partita Iva con regime forfettario, con ulteriori spese e tasse sempre tutto a carico proprio. Spesa che verrà detratta dal pagamento della singola consegna assegnata al rider». Non solo. «Questa situazione - denuncia il Nidil Cgil - permette alle piattaforme di avere un esercito di rider a disposizione senza costi aggiuntivi, sfruttando appieno la disoccupazione presente in Italia». La conseguenza rileva il sindacato è che «in caso di assegnazione di una consegna, vista l'elevata quantità di rider disponibili in ogni città in cui operano queste piattaforme, il costo pagato per lo spostamento è sempre più basso. Se un rider rifiuta una consegna, ci sono cento altri disposti ad accettarla, compresi quelli appena reclutati. Questi ultimi, con ingenuità e speranza di avere un alto numero di consegne assegnate, accettano incondizionatamente, senza rendersi conto che dopo aver lavorato un mese intero e trascorso molte ore on line in attesa, l'80% del pagamento copre solo le spese e le tasse, lasciando loro una somma insufficiente per le necessità quotidiane.

Oltre alle lamentele sul costo del lavoro c’è anche la questione della privacy. «L'app di Glovo - denuncia il Nidil insieme con i fattorini - monitora costantemente, 24 ore su 24, tutti gli spostamenti dei rider, anche quando non sono in servizio, violando così la più elementare legge sulla privacy. Naturalmente, una soluzione potrebbe essere quella di non autorizzare l'app all'uso, ma in tal caso non verrebbero assegnate ore di lavoro né tantomeno ordini da consegnare». Il Nidil Cgil ha mobilitato l’Ispettorato del lavoro per i controlli del caso.

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