BRINDISI - Si è incatenato di buonora al cancello d’ingresso di Palazzo di Città e lì ha atteso pazientemente per un confronto con il sindaco (o comunque con un rappresentante dell’Amministrazione) al fine di ottenere un aiuto concreto in relazione alla sua drammatica condizione di indigente e invalido.
Quella di Giovanni Contestabile, brindisino di 37 anni, è una delle tante storie di povertà che sovente si sentono in città. «Sono qui oggi al Comune e ho fatto questo atto estremo per far capire la mia situazione e per farmi ascoltare - ha detto in tono disperato -. In passato ho avuto colloqui con il sindaco di turno, ma non ho mai ricevuto aiuto, né dallo Stato, né dal Comune. Ho seri problemi di salute (respiratori, ma anche al cuore e alla colonna vertebrale) e non potrei svolgere un lavoro di sforzo. Inoltre, sono separato, ho due figli e di recente mi hanno anche tolto il reddito di cittadinanza. Ovviamente, non ho una casa e vivo e dormo in macchina o dove capita: qualche amico mi aiuta offrendomi un pasto caldo o consentendomi di fare una doccia e per questo li ringrazio. Ma davvero così non posso più andare avanti».
Ed ancora: «La mia situazione - ha aggiunto - è simile a quella di tante altre e di tanti altri che improvvisamente per una serie di motivi vanno giù a fondo e rischiano di non risalire mai più. E’ quindi una situazione che deve essere affrontata insieme a quella degli altri da chi ha gli strumenti per poter, se non risolvere, almeno mitigare il problema. Spero di poter parlare con il sindaco, o anche l’assessore per chiedere loro se possono fare qualcosa per me. Ne ho diritto anch’io come tanti altri aiutati dai servizi sociali».
«Continuerò per numerosi giorni il sit in sotto il Comune - ha poi concluso Contestabile - perchè è l’ora di dare la sveglia alle nostre coscienze addormentate e non dobbiamo vergognarci per le drammatiche situazioni che viviamo. Anzi dobbiamo reagire».