OSTUNI - Si spengono piano piano i riflettori sulle sfilate di alta sartoria, uomo, donna e gioielli in Puglia firmati da Dolce&Gabbana. Dopo la festa - che ha chiusura che si è svolta nel fasanese ieri sera e dopo le sfilate di Alberobello ed Ostuni -, cosa resterà della quattro giorno di alta moda che si è svolta nel nostro territorio? Lo abbiamo chiesto a Francesco Pace, già Direttore di Produzione e Direttore Sviluppo Prodotto linea Uomo proprio di Dolce&Gabbana.
La quattro giorni che ha vissuto in Valle d’Itria, cosa lascia al territorio pugliese e nelle città che hanno ospitato questi grandi eventi di alta moda?
«Ho lavorato per D&G come direttore dello sviluppo prodotto, e non vi nascondo che, nonostante oltre venti anni nel settore, lunedì l’emozione è stata tantissima. Prima di arrivare a Dolce&Gabbana dobbiamo premettere che la Puglia ha un legame molto stretto con la moda, basti pensare a pugliesi famosi in tutto il mondo come Riccardo Tisci, Anna Dello Russo, Giampaolo Sgura e la stessa Maria Grazia Chiuri, stilista di Dior, che con la presentazione della Cruise nel 2020 nella meravigliosa cornice barocca di Lecce, ha consacrato la nostra regione come palcoscenico per capi di abbigliamento che possiamo serenamente definire delle vere e proprie opere d’arte».
Come si arriva alla scelta della location e quanto tempo prima di sceglie un posto per una sfilata di alta moda?
«Lo scorso anno è stata la volta di Gucci, che ha scelto la magia di Castel del Monte per presentare in una trionfale miscela di alchimia e lusso la sua collezione Resort 23. Non esagero se dico che questi eventi, per impatto mediatico, hanno la stessa valenza di una finale di Champion. Solo che al contrario di un una partita di calcio, le case di moda e le star che vi prendono parte lasciano dietro di sé un lunghissimo strascico ricco di glamour e bellezza che ha un riverbero in termini di visibilità che dura anni. Sta nella capacità delle rispettive amministrazioni capitalizzare questa eco, basti immaginare che tra celebrities e stampa in queste ore Ostuni e la valle d’Itria stanno avendo milioni di visualizzazioni in ogni angolo del mondo. Abbiamo letto sui canali ufficiali il claim “Dolce&Gabbana is Puglia, Puglia is Dolce&Gabbana” questo sintetizza perfettamente il legame che c’è tra una location e chi la sceglie: spesso è un istante, uno scorcio, un racconto e la scintilla scocca... Al resto ci pensa il genio creativo dello o degli stilisti, che vedono oltre quello che normalmente tutti noi vediamo, basti pensare alla meravigliosa piazza della Libertà che ci hanno permesso di ammirare l’altra sera, una incantevole cornice immersa in una fiaba».
Le differenze che ci sono tra Alta Sartoria e Fashion Week?
«A differenza delle collezioni del prêt-à-porter che vivono al passo con il tempo in cui sono concepite, le collezioni di alta moda sono senza tempo, raccontano una storia, spesso ispirata anche dal luogo che le vedrà protagoniste. Questo significa che se ne studiano i costumi, la cultura e le tradizioni per riassumerli poi in capi unici e di altissimo valore per le loro esclusive manifatture artigianali».
Sotto l’aspetto pubblicitario, da addetto ai lavori, le chiedo: cosa lasciano sul territorio pugliese gli eventi di &G?
«Dietro l’alta moda c’è un lavoro che dura mesi e che vede impegnate centinaia di persone. Ma soprattutto c’è la volontà, come nel caso di Domenico e Stefano, di rendere un tributo a quella maestria italiana, che tutto il mondo ci riconosce».