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Fasano, 57mila firme per liberare il gorilla dello zoo Safari: «È triste e solo»

 
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Fasano, 50mila firme per liberare il gorilla dallo zoo Safari: «È triste e solo»

La replica del parco in provincia di Brindisi: i dati dicono altro, ma lavoriamo per dargli compagnia

Domenica 15 Gennaio 2023, 17:46

20:46

FASANO -  Ha già superato quota 57mila firme la petizione che chiede di liberare Riù, il gorilla dalla schiena argento che dal 1994 vive nello zoo Safari di Fasano, in provincia di Brindisi. Lui è stato catturato ancora cucciolo in Africa, portato via dalla sua terra e lontano dalla sua mamma, che non rivide mai più. Una volta in Italia, Riù venne venduto al circo Medrano che acquistò assieme a lui anche Pedro, un altro giovane gorilla. Era il 2 dicembre del 1975 e per i due piccoli vennero pagati 850mila delle vecchie lire, destinati a essere messi in vetrina a vita.

Da allora in poi Riù e Pedro non rividero mai più la libertà, e condivisero la stessa triste sorte rinchiusi fino al 1994 in un circo, e poi nello Zoosafari di Fasano, in Puglia. Riù è ancora rinchiuso nello zoo pugliese, da solo ormai, perché il suo compagno di sventura Pedro lo lasciò il 13 dicembre del 2008, morendo dopo una breve malattia. Ora dopo tanti anni Riù è ormai anziano, rassegnato e infelice, così infelice da essere chiamato il gorilla triste. Meta Parma ha lanciato una petizione per provare a liberarlo.

"Il vero problema di Riù - precisa l'associazione in un nota - non è la solitudine, bensì la prigionia. Mal comune mezzo gaudio, è quello che si potrebbe essere portati a pensare, sapendo che Riù è triste e solo, quasi come se il problema di Riù fosse soltanto la solitudine. Eppure Riù con il suo sguardo infelice e la sua espressione saggia, così dignitosa nonostante la sua tristezza, manda un messaggio forte e chiaro, che arriva a chi può recepirlo: il vero problema è la libertà negata. Riù è un primate, è un individuo, costretto a vivere in una campana di vetro. Crediamo possa definirsi vita, vivere sempre rinchiusi in uno zoo? Riù è rinchiuso da troppi anni, è anziano, ha diritto a poter vivere almeno i suoi ultimi anni, mesi o giorni fuori da quello zoo, glielo dobbiamo" La petizione su change.org/salviamoilgorillatriste ha raggiunto quasi 50mila firme, e viaggia alla velocità della luce. L'appello è al direttore dello zoo pugliese, Fabio Antonio Rausa, per una dichiarazione ufficiale di disponibilità a lasciar andare Riù, per poterlo far trasferire in un luogo migliore, lontano dagli spettatori paganti Nello stesso tempo Meta Parma lancia un appello ai rifugi, santuari, aree protette, affinchè chi ne abbia la possibilità si faccia avanti per accogliere Riù. "Riù è entrato nel cuore di tantissimi cittadini, e speriamo tutti di riuscire a liberarlo e che non debba morirci, in quello zoo. Non c'è più tempo per temporeggiare o aspettare, Riù è anziano, doniamogli almeno questo gesto, siamo in debito con lui. Per il suo compagno Pedro non si è potuto fare nulla, ed è morto in uno zoo, ma per Riù possiamo ancora cambiare almeno il finale".

LA REPLICA DELLO ZOO SAFARI ALL'APPELLO

La struttura faunistica, dal canto suo, spiega: “Che il gorilla si senta solo o che sia triste sono ipotesi dettate dal buon cuore, ma non dalla scientificità dei dati acquisiti. La solitudine è prevista anche in natura per gli esemplari anziani maschi che vivono quindi lontani da qualsiasi altro consimile”.

Sempre la struttura in provincia di Brindisi – meta ogni anno di centinaia di migliaia di visitatori – ha spiegato che presto potrebbero esserci cambiamenti: “Prossimamente avremo un incontro con l’EEP, il Comitato internazionale dedicato a questa specie, per valutare con il coordinatore Neil Bemment, uno dei massimi esperti di gorilla, la possibilità di migliorare ulteriormente la struttura, già migliorata, ampliata e ristrutturata più volte in questi anni. Poi, a seguito di una valutazione quantitativa e qualitativa della futura struttura, decideremo insieme se affiancare al gorilla una compagna o altro esemplare da altro Parco zoologico, come auspichiamo e chiediamo da decenni”. Ma il problema per gli animalisti è tutt’altro: “Con il suo sguardo infelice e la sue espressione saggia, così dignitosa nonostante la sua tristezza, manda un messaggio forte e chiaro, che arriva a chi può recepirlo: il vero problema è la libertà negata“.

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