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Brindisi, sfratto ad alta tensione: donna minaccia di darsi fuoco

 
Antonio Portolano

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Antonio Portolano

Brindisi, sfratto ad alta tensione: donna minaccia di darsi fuoco

Decisiva la mediazione dell’assessore Masiello: la famiglia andrà in un residence per un mese a spese del Comune. Si continuerà a cercare un appartamento in affitto, con l’impegno da parte del Comune di coprire una parte del canone

Martedì 23 Giugno 2020, 11:49

È terminato dopo oltre 7 ore di defatigante trattativa, in cui non sono mancati momenti di tensione - con minacce di atti di autolesionismo -, lo sgombero di una famiglia sfrattata da uno degli immobili di Parco Bove al rione Paradiso. Decisiva si è rivelata la paziente opera di mediazione dell’assessore agli Affari legali del Comune Mauro Masiello che dopo una serie di proposte respinte dal nucleo familiare è riuscito a trovare una soluzione in grado di mettere d’accordo tutti. «La famiglia - spiega l’assessore - padre, madre e due bambini si trasferirà fino al prossimo 1 luglio presso un residence-bed and breakfast situato nel centro di Brindisi (o per un periodo di massimo di 2 mesi), a spese del Comunale. A partire dall’1 luglio la famiglia verrà poi accolta a Casa Betania - se in settimana arriva il placet da parte dei gestori - , struttura per famiglie in difficoltà di cui si occupa la parrocchia San Vito Martire. Il direttivo si riunirà giovedì prossimo (25 giugno), per "ratificare" l’accordo».

In ogni caso prosegue l’assessore: «Si continuerà a cercare un appartamento in affitto, con l’impegno da parte del Comune di Brindisi di coprire una parte del canone di locazione per importi pari a 300 euro mensili per il primo anno, 250 euro per il secondo anno 200 euro per il terzo anno». La convulsa giornata era iniziata attorno alle 9 con l’arrivo sul posto di numerose pattuglie della Polizia locale e della Polizia di Stato e di una squadra di vigili del fuoco, per dare esecuzione al provvedimento di sfratto. La famiglia si è chiusa in casa rifiutando tutte le proposte provenienti dal Comune. In alcuni momenti di esasperazione, alla vista delle Forze dell’ordine, la madre si è barricata in casa e avrebbe dapprima minacciato di tagliarsi i polsi con un coltello, poi si è cosparsa di liquido infiammabile e si è stretta intorno al collo il cappio di una fune legata alla porta.

Dopo lunghe ore di mediazione, la svolta e l’accettazione del trasferimento già in serata, sotto la custodia della Polizia locale.
Il Comune è da tempo a lavoro per risolvere l’emergenza abitativa delle «baracche» di Parco Bove. La famiglia sfrattata non rientra nei requisiti per beneficiare della sanatoria in corso. «La famiglia - spiega l’assessore Masiello - ha una serie di requisiti di fragilità sociale ed economica, ma non temporale. È riuscita a provare di essere in quell’alloggio dal 2014 (e non dal 2011 come richiede la legge)». Il processo di sanatoria è a buon punto e per alcuni l’iter è arrivato a conclusione. Il Comune conta di chiudere la complessa vicenda della disamina delle sanatorie, che coinvolge diverse famiglie, entro il trenta di giugno.

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