S. DONACI - Omicidio di Antonio Presta, avvenuto a S. Donaci il 5 settembre 2012. La Corte di assise di Brindisi (presidente Domenico Cucchiara) ha condannato ieri sera all’ergastolo Carlo Solazzo, di San Pietro Vernotico, unico imputato che, secondo il capo di imputazione, agì in concorso con altri, rimasti ignoti.
Rinviato a giudizio nel maggio del 2018 dal gip/gup del Tribunale di Lecce Michele Toriello, il processo per Solazzo iniziò il 19 giugno successivo con il pm antimafia Alberto Santacatterina a sostenere l’accisa.
Sarebbe stato materialmente Carlo Solazzo, secondo l’accusa, ad ammazzare Antonio Presta, prima crivellato di colpi, e quando l’arma si inceppò, colpito alla testa con il calcio dell’arma perché era ancora vivo. Lo accertò l’autopsia.
Nessuno dei colpi calibro 38 era stato mortale, infatti, e fu il trauma cranico dovuto alla botta sferratagli con l’impugnatura dell’arma ad ucciderlo.
A Solazzo venne contestato l’omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’avere agito per favorire l’associazione mafiosa Sacra Corona Unita, della cui frangia, che controllava i traffici illeciti nei centri di San Donaci e Cellino San Marco, Solazzo è ritenuto facesse parte.
«Un omicidio deciso - si disse all’inizio del processo in Corte di Assise - perché Antonio Presta si era contrapposto a Solazzo per la gestione del traffico delle sostanze stupefacenti. Reati per i quali Solazzo è imputato in un altro processo».
Solazzo, difeso dall’avv. Pasquale Annicchiarico, è stato anche condannato al risarcimento delle parti civili costituite: il padre della vittima, Gianfranco Presta, rappresentato dall’avv, Francesco De Giorgi; il Comune di San Donaci, rappresentato dall’avv. Vincenzo Pennetta.