Ferito ad entrambe le gambe al termine di un agguato all’interno di una sala giochi di via Provinciale San Vito nella tarda serata di giovedì condotto da un paio di persone. Sebbene la sua prognosi non sia stata ancora formulata in via definitiva, non correrebbe pericolo di vita il 20enne brindisino Cosimo Leo. Il giovane, noto alle forze dell’ordine per via di un paio di provvedimenti di Daspo a suo carico è ancora ricoverato all’ospedale Perrino con due fori di proiettile: uno alla coscia destra, l’altro a quella sinistra.
Non è escluso che il quarto ferimento nell’arco di quasi un mese in città possa rientrare in una nuova guerra di mala, in città, in cui sono coinvolti giovani. E che dietro la serie di gambizzazioni ci sia la spartizione del territorio per il controllo dei traffici di droga.
Se i vari episodi facciano parte di un unico filone o se siano maturati in altri contesti saranno gli investigatori ad accertarlo.
Nel caso del ferimento di Cosimo Leo, saranno gli agenti della Squadra mobile - diretti dal vice questore Antonio Sfameni - ad accertare il movente e tentare di individuare gli aggressori. Questi ultimi sono entrati in azione attorno alle 22.40 di giovedì. Da quanto emerso sarebbero giunti a bordo di una Fiat 500 scura, fermandosi davanti al locale. Dall’auto sarebbe smontato un uomo che indossava un giubbotto mimetico, con volto coperto da un cappuccio nero. Raggiunto l’ingresso del locale avrebbe estratto una pistola dalla quale sarebbero partiti almeno due colpi che hanno raggiunto il 20enne. All’interno del locale c’erano diversi giovani, uno dei quali mentre l’aggressore sparava si apprestava ad entrare all’interno. Dopo aver fatto fuoco, l’aggressore sarebbe rimontato nella macchina guidata dal complice dileguandosi. La ricostruzione dell’agguato è stata pressoché immediata dato che il locale è dotato di una telecamera puntata sull’ingresso.
Sul posto sono arrivati subito i poliziotti della sezione Volanti, della Squadra mobile, i carabinieri, la Scientifica della Polizia di Stato ed il personale del 118 che hanno subito trasportato il ferito al Pronto soccorso. Gli specialisti della Scientifica non hanno trovato bossoli. L’ipotesi è che i proiettili siano partiti da una pistola a tamburo. Scarne le testimonianze raccolte: i presenti avrebbero riferito di aver udito un paio di colpi secchi simili a petardi, ma nessuno di loro sarebbe in grado di fornire elementi di particolare rilievo.