Sabato 06 Settembre 2025 | 14:16

Rapina in gioielleria a Venezia:
arrestati 4 brindisini

 
Nicola Pepe

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Nicola Pepe

Gioielleria Dolo rapina

La gioielleria assaltata (foto La Nuova)

Il colpo fu messo a segno a ottobre: titolari e clienti furono sequestrati e chiusi in un retrobottega

Sabato 21 Aprile 2018, 09:08

27 Novembre 2024, 17:46

Quattro arresti nel Brindisino nell'ambito delle indagini su una rapina in una gioielleria avvenuta il 13 ottobre scorso a Dolo, in provincia di Venezia. All'alba, i Carabinieri dei Comandi provinciali di Venezia e Brindisi, hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare emessi dal gip del tribunale di Venezia Roberta Marchiori, su richieste dal pm veneto, Giorgio Gava, nei confronti degli autori del colpo. In carcere , con l'accusa di rapina pluriaggravata in concorso e porto e detenzione illegale di arma da fuoco, sono finiti Francesco Andriola, 39 anni, Luciano Pagano, 34, Ugo Ugolini, 32 e Maurizio Cannalire, 57.

La rapina fu messa a segno nel pomeriggio con modalità abbastanza cruente: due malviventi, dopo essersi introdotti nella storica oreficeria/orologeria "Ciach", gestita dalla famiglia Canova, dopo essersi finti clienti, sotto la minaccia delle armi immobilizzarono con fascette di plastica la commessa e un'altra persona che era all'interno, chiudendole nel retrobottega. In questo frangente di tempo, si sarebbero impossessati di oggetti d'oro e preziosi, per un valore di 45mila euro, per poi fuggire.

Alla rapina hanno assistito due adolescenti che hanno dato l'allarme ai Carabinieri comunicando in tempo reale quanto stava accadendo e seguendo a distanza i malviventi per fornire la loro posizione durante la fuga. Una pattuglia di militari interveniva sul posto e un sottufficiale si lanciava all'inseguimento dei banditi a bordo di una bicicletta chiesta in prestito a un passante.

Il militare incontrava i due ragazzini-investigatori che gli fornivano indicazioni sull'auto, una Punto blu, che veniva intercettata poco dopo dal carabiniere il quale riusciva a rilevare una parte del numero di targa. Da lì, grazie a una minuziosa indagine e dalle dichiarazioni dei testimoni, si è risaliti all'identità dei quattro arrestati.

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