Roma, 30 ott. (Adnkronos) - “Il referendum sulla separazione delle carriere non va vissuto come un'ordalia ma come occasione di conoscenza, dibattito e democrazia. Anche se i toni di queste ore lasciano presagire il peggio, è necessario creare le condizioni perché il dibattito referendario non sia dominato dall'ideologia e dall'esasperazione degli argomenti di fronte a una riforma che di per sé non segnerà né l'avvento di una rivoluzione liberale e garantista né la fine della democrazia, ma che solleva diversi dubbi che meriterebbero una risposta da parte di chi la sta realizzando proprio all'insegna del garantismo”. Lo scrive in un post sui social il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“Sono sempre stato convinto che la separazione delle carriere dei magistrati fosse uno strumento utile a rafforzare garanzie e realizzare il giusto processo e per questo - sottolinea Magi - ho votato a favore alla prima lettura, ma non ho partecipato al voto in occasione del voto finale perché governo e maggioranza, che hanno imposto questa riforma costituzionale senza accettare alcun dialogo con le opposizioni, non hanno fatto chiarezza su alcuni aspetti nodali prima di arrivare all'ultima lettura. Con questa riforma avremo un esercito di 1300 procuratori che si muovono in totale autonomia con la polizia giudiziaria al loro servizio. Chi si definisce garantista - aggiunge - non può non porsi questo problema, si sta creando sostanzialmente un nuovo potere dello Stato, il potere giudiziario dell'accusa, con tanto di Csm proprio".
"Il governo dice di non voler superare l'obbligatorietà dell'azione penale e di non voler creare alcuna forma di responsabilità o legame con il potere politico. Ma come si può accettare una tale concentrazione di potere e discrezionalità in questo nuovo corpo dello Stato? Il pericolo è che la fase più delicata, quella delle indagini con processi mediatici e violazioni della presunzione di innocenza, diventi più rischiosa di quanto lo sia oggi. Anche un autorevole esponente della destra come Marcello Pera ha messo in guardia dal fatto che, realizzata in questo modo, la separazione delle carriere è la foglia di fico per pratiche giudiziarie persino peggiori di quelle di oggi. Non fun-zio-ne-rà ma a questa destra insieme giustizialista e allergica a qualsiasi azione delle giurisdizioni nazionali o internazionali - conclude Magi - serviva piantare una bandierina costituzionale senza porsi troppe domande e soprattutto senza dare risposte”.
















