Giovedì 30 Ottobre 2025 | 14:38

Bari, assolta in Appello «zia Martina», la docente accusata di aver fatto video porno con minorenni: «Filmata a sua insaputa»

Bari, assolta in Appello «zia Martina», la docente accusata di aver fatto video porno con minorenni: «Filmata a sua insaputa»

 
Redazione online

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Bari, assolta in Appello «zia Martina», la docente accusata di aver fatto video porno con minorenni: «Filmata a sua insaputa»

La 48enne Daniela Casulli in primo grado era stata condannata a 7 anni e tre mesi. Revocati i divieti

Giovedì 30 Ottobre 2025, 08:27

È stata assolta in appello Daniela Casulli, nota sui social come “zia Martina” la docente 48enne originaria del Barese che nel luglio 2024 era stata condannata in primo grado a sette anni e tre mesi di reclusione per presunti episodi di produzione di materiale pedopornografico e corruzione di minorenne.
La Corte d’Appello di Bari (presidente Rosa Calia Di Pinto) ieri 29 ottobre ha ribaltato la sentenza, accogliendo le richieste della difesa (avvocato David Terracina) e disponendo l’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.

Il procedimento giudiziario era partito in seguito alla denuncia di alcuni genitori che avevano segnalato la circolazione di video a contenuto sessuale tra ragazzi (oggi maggiorenni) con la donna, che non era loro docente. Secondo l’accusa, Casulli avrebbe avuto rapporti con alcuni minorenni in un bed and breakfast del centro di Bari, facendosi filmare. La difesa ha sostenuto che la donna fosse rimasta vittima della diffusione dei video, e non fosse autrice né istigatrice della loro produzione o condivisione. Con la formula “il fatto non costituisce reato” si intende riconoscere la mancanza dell’elemento psicologico nella condotta dell’imputato: il fatto storico è dunque avvenuto, ma manca il dolo necessario a classificarlo come reato.

La notizia dell’assoluzione è stata diffusa dalla stessa Casulli attraverso un post pubblicato sulla propria pagina Facebook, in cui ha commentato la decisione come “un riconoscimento del valore della giustizia e della legalità” e come la conferma che “i principi del Giusto Processo non sono parole astratte, ma garanzie concrete per ogni cittadino”. La Corte d’appello ha revocato anche le statuizioni civili e le pene accessorie.

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