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Dazi: P. De Luca (Pd), 'Meloni volta le spalle all'Italia'

 
Agenzia Adnkronos

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Lunedì 06 Ottobre 2025, 13:50

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Roma, 6 ott.-(Adnkronos) - "È inaccettabile che l’Italia subisca in silenzio un’aggressione commerciale senza precedenti come quella annunciata dagli Stati Uniti, che con dazi fino al 107% minaccia di mettere in ginocchio una delle eccellenze più riconosciute del nostro Made in Italy: la pasta, simbolo della nostra cultura agroalimentare, costruita con fatica da migliaia di imprese e lavoratori che oggi rischiano di essere spazzati via nel totale immobilismo del governo Meloni, troppo impegnata a compiacere Trump invece di difendere gli interessi strategici del nostro Paese". Così in una nota Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche Ue alla Camera e neo segretario regionale del Pd Campania.

"Siamo di fronte all’ennesimo atto di forza di un’amministrazione americana che - prosegue - ha preso di mira l’Italia approfittando della debolezza politica di un governo che non ha alzato la voce, non ha mosso un dito a Bruxelles e ha lasciato sole le aziende italiane. Se questa decisione entrerà in vigore, da gennaio le nostre imprese non potranno più esportare pasta negli Stati Uniti a condizioni sostenibili, verranno espulse da un mercato strategico da 670 milioni di euro l’anno. Davanti a questo scenario drammatico serviva un governo capace di battersi con serietà e credibilità in ogni sede istituzionale, invece ci ritroviamo con un esecutivo il cui unico pensiero è non intaccare il rapporto con un’amministrazione che ci sta taglieggiando".

"Non possiamo accettare che il destino di un’intera filiera venga deciso fuori dai nostri confini mentre Roma tace e Washington detta le condizioni. Serve una reazione immediata, forte, un piano straordinario di difesa del Made in Italy, un’azione coordinata con l’Unione Europea e misure concrete di supporto per le aziende coinvolte, altrimenti sarà chiaro a tutti che il governo Meloni è solo spettatore inerte di una guerra commerciale che sta distruggendo il nostro sistema produttivo. Il tempo è finito, ora scelga da che parte stare: con l’Italia che lavora o con chi la vuole mettere in svendita", conclude.

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