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«Se non paghi veniamo a prenderti sotto casa»: prestiti per 600mila euro, 4 arresti a Trani per usura

 
Redazione online

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«Se non paghi veniamo a prenderti sotto casa»: prestiti per 600mila euro, 4 arresti a Trani per usura

Vittime alcuni imprenditori della Bat: tutto architettato da due fratelli, che avevano assoldato un uomo di Terlizzi per mettere in pratica le minacce

Lunedì 14 Aprile 2025, 11:44

12:45

TRANI - Ammonterebbero a circa 600.000 euro le somme di denaro prestato a usura che sono stati accertati nell'indagine svolta dalla Guardia di Finanza del Comando provinciale di Bari, e coordinata dal gip del Tribunale di Trani. Quest'ultimo, accogliendo la richiesta della Procura della Repubblica dello stesso Tribunale, ha disposto l'esecuzione di una ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di quattro persone (di cui 3 in carcere e 1 agli arresti domiciliari). Sono indagate, a vario titolo, per i reati di usura aggravata, estorsione, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e abusiva attività finanziaria. Le vittime sono alcuni imprenditori del territorio di Trani e Barletta.

In tre sono finite in carcere: si tratta dei fratelli Giovanni e Lorenzo Curci, di 55 e 54 anni, e del 39enne Pasquale Pellegrino. Ai arresti domiciliari è finito il 76enne Mario Maiellaro.

In particolare, le investigazioni sono state avviate a seguito delle dichiarazioni rese da una imprenditrice, in gravissime difficoltà economiche, la quale, stanca delle continue vessazioni, ha denunciato di essere stata vittima di usura nonché destinataria di minacce gravi e ripetute da parte di un uomo di Terlizzi (Bari) il quale avrebbe agito per conto di quelli che vengono ritenuti i veri usurai, due fratelli di Trani. I riscontri sviluppati dagli investigatori del Gico (Gruppo Investigativo criminalità organizzata) della Finanza mediante intercettazioni, telefoniche e ambientali, perquisizioni eseguite a luglio 2023 (con sottoposizione a sequestro probatorio di numerosi titoli di credito, tra cui cambiali, assegni, matrici di assegni, ecc…), pedinamenti ed ascolto di persone informate dei fatti hanno portato ad acquisire un quadro indiziario ritenuto utile alla ricostruzione dei differenti profili di responsabilità.

Sono stati effettuati dalle Fiamme Gialle sequestri di beni per 3,5 milioni di euro. Alcune delle persone informate si sono rivelate reticenti con gli inquirenti per paura di successive ritorsioni da parte degli indagati: questo aspetto è oggetto di un approfondimento specifico da parte degli investigatori.

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