ANDRIA - Un immobile privato per ogni capoluogo di provincia: la par condicio dei fitti passivi delle scuole superiori è così servita. Infatti, con l’anno scolastico in partenza, la Bat prosegue nella ricerca di nuovi spazi anche per un istituto superiore di Andria, dopo averlo fatto due anni fa a Trani e qualche mese fa a Barletta.
La particolarità, in questa determinata circostanza, è che nell’avviso pubblico per la «ricerca di un immobile da condurre in locazione ubicato nel comune di Andria da adibire ad istituto scolastico» non venga indicato in nome della scuola interessata, che però è in predicato di trasferirsi completamente da una sede ad un’altra.
Complessivamente siamo in presenza di una popolazione scolastica di 350 persone fra alunni, docenti e non docenti. Andando per esclusione, non dovrebbe che essere l’Ipsia Archimede, unica già in fitto, al centro di contenziosi e quindi potenzialmente alla ricerca di spazi nelle more della definizione delle questioni pendenti.
La data di pubblicazione del bando è lo scorso 6 settembre, e la Provincia chiede preliminarmente che l’immobile da candidare sia «nuovo oppure ristrutturato in condizioni assimilabili al nuovo, ovvero potenzialmente idoneo alla destinazione d’uso per aule scolastiche sotto il profilo tecnico-edilizio-urbanistico, logistico, tecnologico, impiantistico, strutturale e dei materiali». Dovrà trovarsi in una zona ben collegata e servita dai principali mezzi pubblici urbani ed extraurbani ed avere una superficie complessiva compresa fra 2.500 e 4.000 metri quadrati.
Nello specifico all’interno di questo spazio dovranno esserci i seguenti locali: 17 ambienti, di superficie da 40 metri quadrati in poi, da adibire ad uso aule didattiche; una stanza per sala docenti a partire da 20 metri quadrati; un ambiente da adibire ad aule didattiche da destinare a studenti disabili, di superficie maggiore o uguale a 40 metri quadrati; 14 aule, sempre a partire da 40 metri quadrati, da adibire al laboratori didattici; due ambienti di 20 metri quadrati per uffici; vani accessori, spazi di servizio, servizi igienici adeguati alla popolazione scolastica.
Stante l’urgenza dell’imminente avvio dell’anno didattico 2023-2024, la data di scadenza del bando è stata fissata al 22 settembre 2023, con la scuola peraltro già avviata. Di conseguenza, anche in caso di esito favorevole del bando, nella migliore dell’ipotesi il trasferimento avverrebbe non prima delle vacanze di Natale.
Analogo avviso pubblico era stato emanato lo scorso mese di luglio in favore del Liceo classico statale, delle scienze umane e musicale Casardi, di Barletta, che aveva bisogno di quattro aule, un ufficio ed una palestra per 120 utenti: l’immobile è stato individuato presso l’Istituto San Ruggiero, in via Cialdini, di proprietà di una congregazione religiosa, e sono in corso gli adeguamenti per consentire all’istituto di prendere possesso quanto prima dei locali di cui ha bisogno, in aggiunta a quelli della sede centrale.
L’ulteriore precedente, nell’estate 2021, aveva riguardato la ricerca di spazi per il Liceo classico, linguistico e delle scienze umane Francesco De Sanctis, di Trani, che ha trovato la sede aggiuntiva presso l’immobile privato di via Andria in cui aveva precedentemente sede l’università Lum.
Qui la Provincia sta corrispondendo alla proprietà, la società Constructa, di Trani, un canone mensile di circa 30.000 euro, occupando in ogni caso l’intero immobile poiché gli spazi non utilizzati dalla scuola sono diventati la sede di tutti gli uffici provinciali. Tale soluzione istituzionale si è resa necessaria nell’attesa che la sede legale di Andria torni disponibile all’esito dei lunghi lavori di restauro conservativo cui è stata sottoposta.
Tutto questo nell’assenza di un programma edificatorio di nuovi plessi scolastici provinciali, così l’ente presieduto dal sindaco di Margherita di Savoia, Bernardo Lodispoto si vede costretto a farsi carico di fitti passivi con costi a carico della collettività.
Nota a margine tornando all’avviso pubblico di Andria. La ricerca di un’aula per gli alunni disabili sembra andare in direzione opposta rispetto alla necessità di integrare i ragazzi con disagio con tutti gli altri: l’auspicio è che tale previsione sia poi ignorata e superata attraverso adeguati interventi di superamento delle barriere architettoniche.