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Raddoppio della Andria-Barletta, il Consiglio rinvia: la variante può attendere

 
Rino Daloiso

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Rino Daloiso

Raddoppio della Andria-Barletta, il Consiglio rinvia: la variante può attendere

Il provvedimento approderà a settembre in aula. Nei giorni scorsi a Palazzo di Città era giunta una sollecitazione a deliberare dall’Assessorato regionale ai Trasporti

Giovedì 03 Agosto 2023, 13:11

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BARLETTA - Insomma, alla fine si può dire: tanto affannarsi per nulla. O quasi. Tanto rincorrere consiglieri, tecnici (comunali e no) tra convocazioni e celebrazioni di sedute congiunte di commissioni consiliari (quelle ai lavori pubblici e all’urbanistica) e conferenza dei capigruppo per poi scoprire l’altro ieri che sì, tutto sommato l’adozione della variante urbanistica a proposito dell’approvazione del «progetto definitivo, ai soli fini urbanistici, del raddoppio della tratta ferroviaria Andria-Barletta», può attendere. Può attendere che l’aria si rinfreschi e che si giunga pure ai primi di settembre, contrariamente a quanto aveva fatto supporre in un primo momento, invece, la sollecitazione giunta nei giorni scorsi a Palazzo di Città dall’Assessorato regionale ai Trasporti.

Il confronto - E già: in tempi di «rimodulazione» dei fondi previsti dal Piano razionale di ripresa e resilienza, di progettazioni interconnesse e di ritardi che si accumulano (si veda il caso del sottopasso nella vicina via Andria), meglio mettere in sicurezza la documentazione di competenza comunale, quale può essere, per l’appunto, l’adozione di una variante urbanistica, devono aver pensato negli uffici regionali di via Gentile, a Bari. Anche con una accelerazione improvvisa tra fine luglio e inizio agosto. Poi il confronto nella riunione congiunta delle due commissioni di cui sopra, il via libera dei tecnici al rinvio, l’asse Forza Italia-Partito democratico manifestatosi durante la conferenza dei capigruppo, hanno portato allo slittamento settembrino della seduta del consiglio comunale. Un esito che si è rivelato una insperata àncora di salvezza, anche e soprattutto per quanto riguarda il contesto tecnico-organizzativo nel quale avrebbe dovuto essere celebrata l’eventale riunione in via d’urgenza.

La transizione lunga - Il Servizio di gestione della sala consiliare del Comune di Barletta mediante una piattaforma in cloud, infatti, è in piena transizione: il vecchio gestore (Write System srl di Barletta) non può più accedervi, il nuovo (Microvision srl di Enna) non lo ha ancora fatto. Nella «terra di nessuno», è accaduto che mezzi e strumentazioni siano state utilizzate in via di emergenza durante la seduta celebrata venerdì 28 luglio scorso (quella sulla «salvaguardia degli equilibri del Bilancio di previsione 2023/2025 e assestamento generale») con il paradossale e grottesco risultato del ritorno alla votazione per alzata di mano dei provvedimenti (sic!) da parte dei consiglieri e una continua richiesta di «miglioramento» dell’audio nell’aula, vista la difficoltà di ascoltare nitidamente gli interventi di sindaco, assessori, dirigenti e consiglieri medesimi.

È accaduto che il Settore Servizi istituzionali il 5 luglio scorso abbia assegnato per tre anni con determinazione dirigenziale al nuovo gestore l’espletamento del servizio (44.555,40 euro più Iva al 22% per complessivi 54.357,59 euro) tramite trattativa diretta e un ribasso dello 0,1% e non dello 0,01%, come attestato in un primo momento e poi corretto nella stessa determinazione. All’individuazione della ditta con cui procedere alla tratttativa -si legge nello stesso documento - il Comune è giunto attraverso «una indagine di mercato e attraverso l’esperienza e le conoscenze maturate dai responsbili dell’Ufficio Informatica e dall’Ufficio Affari Generali-Istituzionali, Archivio e Protocollo».

I tempi dell’ordine - A qualcuno, però, deve essere sfuggito di mettere bene in ordine i tempi di attuazione del provvedimento, in modo che, a prescindere dalle doglianze del vecchio gestore (ha chiesto attrraverso il suo legale l’annullamento in via di autotutela dell’assegnazione del servizio e inoltrato richiesta di accesso agli atti), fossero evitate interruzioni, né fosse necessario rispolverare la votazione dei consiglieri per alzata di mano che fa tanto vintage, come se il processo di digitalizzazione in atto nella Pubblica amministrazione fosse un obiettivo a futura memoria.

«Il tempo utile per ultimare la fornitura di cui trattasi è fissato in 30 giorni naturali e consecutivi dalla data dell’ordine», chiosa la determinazione dirigenziale del 5 luglio scorso. Quando si è perfezionato l’iter per far partire quell’«ordine»? Siccome questa è stagione di sedute e votazioni consiliari sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio, non se ne sarebbe dovuto tener conto per garantire una transizione tecnologicamente priva di contraccolpi tra vecchio (ultima seduta gestita il 12 giugno scorso) e nuovo gestore?

Chissà! La riunione consiliare che avrebbe dovuto essere convocata in via d’urgenza sul raddoppio dei binari tra Andria e Barletta e che poi non lo è più stata avrebbe finito col mettere una volta di più in evidenza gli effetti collaterali dell’«irrazionalità burocratica»...

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