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«Bretella Sud» di Andria: continua il braccio di ferro

 
Marilena Pastore

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Marilena Pastore

«Bretella Sud» di Andria: continua il braccio di ferro

Il consiglio comunale ribadisce il no alla variante necessaria per realizzare l’opera

Mercoledì 12 Luglio 2023, 12:45

ANDRIA - Con 22 voti favorevoli (18 consiglieri di maggioranza, quattro consiglieri di opposizione), un astenuto (Losappio, di Andria Bene Comune), 2 contrari (opposizione, Barchetta e Scamarcio) il consiglio comunale bissa il no alla variante urbanistica al PRG, necessaria ai fini della realizzazione della bretella sud.

Tecnicamente, il consiglio ha approvato la delibera di diniego all’approvazione del progetto definitivo dell’opera. Una decisione a cui il consiglio è giunto dopo una doppia sentenza del Tribunale Amministrativo che dava ragione al ricorrente, l’impresa Doronzo, con una discussione pubblica che ha inanellato tutti gli elementi di novità che osterebbero all’ottemperanza della sentenza. Lo aveva anticipato lo stesso sindaco Giovanna Bruno nelle scorse settimane: il Commissario ad acta interviene solo in caso di inerzia del Consiglio. E così il consiglio è tornato ad esprimersi, dopo essersi già espresso contro l’opera nel 2019 e nel 2021.

«Abbiamo la coscienza a posto per il lavoro fatto – afferma Giovanna Bruno - guidati dai nostri settori tecnico e legale, motivati nel dire una parola chiara sulle scelte che riguardano il nostro prezioso territorio. Parola che spetta proprio al Consiglio Comunale, come sua prerogativa specifica. E non possiamo pagare noi per inerzia di svariati anni; per pasticci e confusione. Noi abbiamo scelto così».

La stessa Bruno ha annunciato che invierà tutti gli atti alla Procura della Repubblica chiedendole di verificare tutti i passaggi della vicenda, anche alla luce della missiva di segnalazione e di diffida giunta dai legali della impresa Doronzo all’indirizzo di tutti i consiglieri comunali, recepita come “grave intimidazione” e “minaccia” da tutta l’Assise, perché richiamava tutti a responsabilità personali, patrimoniali, civili e penali, se la decisione del giudice fosse stata disattesa.

Il consigliere Nino Marmo, nel suo intervento, ha ricostruito passo passo tutto l’iter procedurale dell’opera, evidenziando lacune e paradossi. Ha chiesto che si uscisse dalla logica “destra/sinistra”: «la provvista economica di 27 milioni di euro è insufficiente, sempre che esista ancora, a fronte dei circa 60/70 necessari oggi. Non si può sfregiare un territorio senza la certezza di poter realizzare un’opera, per quanto inutile; e ancora la nuova arteria, come è stato detto, confligge inesorabilmente con il nuovo Ospedale per l’emergenza urgenza. O si fa l’uno o si fa l’altra. E noi preferiamo l’Ospedale dell’intero Territorio e non la Strada per qualcuno. È indispensabile che il Ministero assuma su di sé il compito di “Revisione del Progetto” delocalizzando l’intervento verso l’adeguamento e messa in sicurezza dell’attuale sede stradale anche al servizio del nuovo ospedale».

Della possibilità che intervenga la Prefettura con un Commissario ad acta eseguire la decisione del Consiglio di Stato entro il 14 luglio è convinta una parte del centrodestra, Fratelli d’Italia con Andrea Barchetta e Antonio Scamarcio della Lista Scamarcio sindaco, che ne hanno parlato anche in conferenza stampa qualche ora prima del consiglio: secondo questo indirizzo, il consiglio avrebbe dovuto semplicemente ratificare la decisione già presa in via giudiziaria.

Contraria una nutrita parte di consiglieri, e lo stesso sindaco, che invece rivendicano il ruolo dell’assise in materia urbanistica.

Non solo: la città come comunità, attraverso le associazioni ed il Comitato contro la tangenziale, aveva espresso in numerose occasioni la contrarietà alla Bretella e se la vicenda non fosse rimbalzata agli onori della cronaca, la città avrebbe subito una tale decisione senza essere consultata.

«Il dato positivo è certamente quello di aver rivendicato una prerogativa istituzionale del consiglio comunale - sottolinea il capogruppo Pd Michele Di Lorenzo - Il diniego si fonda su una istruttoria da cui sono emerse diverse criticità: assenza di un progetto aggiornato allo stato di fatto e al quadro normativo recente, una provvista finanziaria assolutamente insufficiente e un palese conflitto con il progetto dell’ospedale di Andria, su cui il consiglio si è già espresso con la deliberazione n. 41 del 2021. Dinanzi a questi ostacoli non si poteva certo approvate una variante urbanistica che modificherebbe definitivamente la destinazione di un’area dai confini ancora imprecisati». La consigliera di Forza Italia Donatella Fracchiolla ha votato contro la variante, insieme ai consiglieri Marmo, Fisfola e Del Giudice, scatenando l’ira degli altri consiglieri di centrodestra.

La consigliera azzurra, rivendicando la sua personale libertà di pensiero, ha commentato: «Ogni singolo voto che ho espresso in questi due anni e mezzo di consiliatura è stato fatto secondo scienza e coscienza, libero da qualunque condizionamento esterno, dictat o da indicazioni non motivate derivanti dai personalismi di qualcuno. Il mio voto di diniego alla variante urbanistica, funzionale alla realizzazione della nuova Tangenziale Ovest, rinviene da quello che, secondo il mio giudizio, alla luce degli elementi valutati e della nuova rielaborazione della proposta di delibera, così come emendata, ho ritenuto essere la decisione migliore per il nostro territorio e per la comunità».

«Ho ritenuto - ha proseguito - che non sarebbero stati perseguiti gli interessi del territorio e quindi il bene comune se avessi votato un’opera che, ad oggi, non ha la certezza della disponibilità dei fondi e che, qualora fossero invece stati disponibili, comunque sarebbero serviti soltanto ad iniziare i lavori, ma non al loro completamento. Rispetto ma non condivido le posizioni, oggi, diverse dalla mia, che senza confronto nascondono un cambio di linea politica rispetto a quella espressa da tutto il consiglio comunale e dal centrodestra, allora maggioranza, nel 2019. Il mio partito, in coerenza con quanto votato nel 2019, ha valutato l’opera, alla luce delle motivazioni esposte, inutile e dannosa per il territorio. Di contro, sfugge alla mia comprensione chi, senza motivazione, ha preferito non partecipare al voto o non partecipare alla seduta consiliare».

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