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Bomba ad Andria, amministratore società: «Vittime di un messaggio contro le istituzioni»

 
Aldo Losito

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Aldo Losito

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Cresce la paura in città dopo la quinta esplosione in quattro mesi. Ci sono ancora poche denunce e intanto a breve sarà istituito uno sportello anti-racket

Martedì 27 Giugno 2023, 18:45

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ANDRIA - Bombe e racket. La situazione ad Andria si fa sempre più complicata, anche se c'è voluto un articolo de La Gazzetta del mezzogiorno per rompere un angosciante silenzio, che pervadeva la città: dalle istituzioni alle associazioni di categoria, dalla politica ai singoli cittadini. E a dare ulteriore conferma a quanto scritto sulle pagine del quotidiano, è arrivata anche la quinta esplosione in quattro mesi. Un bilancio che ha fatto sprofondare nella paura l'intera città.

«Non l’abbiamo presa bene e non abbiamo ancora capito perché è stato preso di mira il punto vendita. Siccome ci sono stati altri tre o quattro casi prima del nostro, credo sia solo un modo per dire alla città "noi ci siamo". È un gesto non mirato alle attività ma alle Istituzioni». Lo ha detto Andrea Luito, amministratore pro tempore della Shop services che cura la gestione dei negozi I-good in tutta la Puglia. Il punto vendita di via don Riccardo Lotti ad Andria è stato danneggiato dalla deflagrazione di un ordigno nella notte tra venerdì e sabato scorsi e Liuto oggi sta partecipando alla riunione dell’osservatorio sulle tensioni economico - sociali convocata dalla prefetta della Bat, Rossana Riflesso.

«Mi hanno detto che il botto è stato molto forte - ha aggiunto -. Ovvio che ci siano state agitazione e paura sul momento, ma non ci siamo fermati e nel pomeriggio abbiamo riaperto». Per Liuto «bisogna cercare di capire il perché di questo gesto. Non tocca a me farlo né trovare una soluzione ma alle istituzioni, alla magistratura. Le indagini faranno il loro corso». Alla riunione dell’osservatorio, ospitato nella sala consiliare del Comune di Andria, prendono parte oltre al prefetto, la sindaca della città Giovanna Bruno, i vertici provinciali delle forze dell’ordine e le associazioni di categoria.

POCHE DENUNCE - Come già scritto in precedenza, il problema ruota intorno all'assenza delle denunce. Questione spiegabile dalla paura delle vittime di attentati, che vivono col timore di ulteriori conseguenze. Questione spiegabile forse anche dalla poca fiducia nelle istituzioni, da parte di chi ha già subito danni e disagi alla propria attività imprenditoriale, e non si sente tutelato dallo Stato. Questione risolvibile se alla denuncia di uno, si sostituisce la denuncia di molti: una voce collettiva avrebbe la forza dirompente di abbattere il muro d'omertà, che regna sovrano ad Andria. Ad oggi, quel poco che trapela dalle forze dell'ordine, è che dietro le cinque bombe ci possa essere la stessa mano. 

«Si sta già lavorando. Il controllo del territorio lo effettuiamo al massimo, speriamo molto nelle denunce che al momento sono estremamente poche», ha dichiarato la prefetta Riflesso evidenziando che «speriamo molto nelle associazioni che devono accompagnare anche gli imprenditori nella scelta della denuncia». Ai commercianti «dobbiamo dare fiducia e ricordare che la denuncia è una cosa importante. Se la vostra richiesta è poter denunciare anche in forma anonima, va bene se puntiamo a un dialogo costante con le forze dell’ordine - ha continuato Riflesso -. Se i reati ad Andria sembrano essere in calo è anche a causa della mancanza di denunce. Con la paura non si può reagire, ma solo col coraggio, alzando la testa e facendo ciascuno la propria parte». Riflesso confida «in una risposta positiva da parte del governo centrale sulle carenze di organico nelle forze di polizia che ci sono, ed è innegabile,  ma sono frutto di mancati concorsi e poche assunzioni. Più volte sono state segnalate e più volte abbiamo interessato il governo centrale - ha sottolineato il prefetto- Bisogna avere fiducia nello Stato e cambiare la cultura e il modo di lavorare sull'educazione. Si tratta però di un percorso lungo e complicato».

Le associazioni presenti alla riunione dell’osservatorio sulle tensioni economico - sociali, hanno evidenziato il senso di insicurezza e timore avvertiti e la necessità di dare vita a breve in città allo sportello dell’associazione anti-racket che possa accompagnare nel percorso di denuncia imprenditori e commercianti. Uno sportello su cui si stava già lavorando da tempo e che potrà vedere la luce a breve, grazie all'impegno di un ispettore di polizia in pensione, e a vari imprenditori locali che hanno deciso di mettere la faccia.

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