BARLETTA - «Francamente ero molto indecisa se venire questa mattina a fare la spesa qui a Largo San Nicola dopo tutto quello che è accaduto l’altra sera ma ho pensato che non sarebbe stato giusto se fossi rimasta a casa. Certo ho molta paura ma questa la provo ogni giorno e chiaramente l’episodio dell’altro di ieri è aumentata. Non credo che ci siano dubbi in merito al fatto che questa zona debba essere resa più sicura».
E’ scossa la signora Giovanna mentre racconta al cronista il suo stato d’animo aggirandosi tra le bancarelle del mercato di piazza Giuseppe Di Vittorio.
Un luogo che ieri mattina appariva ancora più cupo alla luce di quanto accaduto l’altro ieri sera allorquando un ragazzo di 22 anni, di origini marocchine, attorno alle 19.30 è stato ferito alle gambe da due colpi di pistola. L’episodio è avvenuto sul lato dove si affacciano via Paolo Emilio e vico Vittoria, nel quartiere Sette Frati.
In realtà il sentimento di insicurezza è qualcosa che è presente da sempre alla luce «delle frequenti risse che avvengono specialmente la sera» e del senso di paura «che si avverte quando si cammina quando è buio» fa sapere Giovanni.
E non ha torto se si considera che questo luogo della città da molti e considerato off limits dato che molteplici sono gli episodi delinquenziali.
«Mi ricordo della sparatoria avvenuta nel 2012 quando in pieno giorno sentimmo spari di pistola nel mercato con l’uccisione di un trentaduenne. Da quel momento ho sempre avuto timore ad essere qui ma devo dire che non è cambiato molto – racconta Ruggiero -. Anzi, forse le cose sono peggiorate e la sparatoria ai danni del cittadino marocchino è qualcosa di “inevitabile”, perché in questo posto non si capisce niente. Le forze dell’ordine devono effettuare controlli di giorno e di notte e non ci sembra che questo avvenga spesso. Poche settimane fa assistemmo alla fuga del gas e ricordo ancora benissimo le fiamme alte della rapina alla Posta di via Canne».
La signora Bruna punta sulla riqualificazione: «Troppi palazzi abbandonati e degrado ovunque. Il Comune deve fare in modo che la zona sia resa civile e abitabile. Fino a che ciò non avverrà, qui vivremo sempre in una condizione di degrado costante e galoppante».