ANDRIA - Turris e Avellino in casa, con Juve Stabia e Latina in trasferta. Da queste quattro partite passano le speranze salvezza dell’Andria. Il primo obiettivo è mettere alle spalle la Viterbese, e abbandonare l’ultimi posto in classifica. Il secondo obiettivo è avvicinare la quint’ultima posizione per disputare i playout. Già per raggiungere il doppio scopo ci vorrebbe un’autentica impresa, per poi giocarsi il tutto per tutto nel doppio spareggio.
DEMERITI - I quattro risultati utili di fila avevano riportato un po’ di fiducia nell’ambiente, ma la sconfitta di Giugliano ha fatto ripiombare la squadra nel limbo. La Fidelis, infatti, ha sprecato una ghiottissima occasione per vincere e rimettersi a pieno titolo sulla strada della salvezza. I biancazzurri non hanno saputo sfruttare il doppio vantaggio, al cospetto di un’avversaria alla portata. «Non si possono segnare tre gol in trasferta e uscire a mani vuote dal campo - spiega il tecnico Mirko Cudini nel post partita -. Demeriti nostri piuttosto che meriti degli avversari. Non potevamo e non dovevamo subire l’arrembaggio finale dei padroni di casa. Queste partite di devono vincere, ed invece ci ritroviamo a commentare un’altra sconfitta, un’altra occasione mancata».
TANTI ERRORI - Con il ko di Giugliano, l’Andria è tornata all’ultimo posto in solitaria, con la Viterbese sopra di un punto. «Ci interessa poco guardare il cammino delle dirette concorrenti - conclude Cudini -. Siamo noi che dobbiamo cambiare marcia, evitando errori che incidono sul match». Tanti, infatti, gli errori individuali che hanno contribuito alla sconfitta in terra campana. Purtroppo il portiere Savini è incappato nella giornata-no dopo le precedenti prestazioni super. Ma quel che lascia più perplessi è la prova assolutamente negativa di un calciatore esperto come De Franco, sul quale si puntava molto per raddrizzare la situazione difensiva. Sul risultato ha pesato anche lo stravolgimento apportato alla squadra in corso d’opera, tanto da modificare gli equilibri che avevano portato per ben due volte al vantaggio.
Se si aggiunge che i subentrati hanno portato poco alla causa, ecco spiegato il crollo finale. Peccato solo per le buone prove di Bolsius e Micovschi, passate in secondo piano davanti alla sedicesima sconfitta stagionale. Adesso testa alla Turris, per sfruttare almeno il fattore campo e continuare a sperare fino all’ultimo.