Ieri mattina il cronista della Gazzetta del Mezzogiorno Fabio Amendolara è stato sentito come persona informata sui fatti e ha opposto il segreto professionale. L’Ordine dei giornalisti della Basilicata con un comunicato stampa ha espresso solidarietà al collega. «Dinanzi alla richiesta di rivelare le fonti delle notizie - si legge nella nota dell’Odg di Basilicata - il collega si è avvalso del diritto al segreto professionale. L’Ordine ribadisce l’intangibilità del diritto di cronaca e auspica che gli altri poteri, a partire dalla magistratura, rispettino la piena libertà del suo esercizio quale metro di misura della democrazia del nostro Paese».
L’Associazione della stampa di Puglia «è al fianco del collega Amendolara e dei colleghi della Gazzetta del Mezzogiorno nella difesa del diritto alla segretezza delle fonti». In un comunicato l’Associazione pugliese della stampa sottolinea: «La richiesta di rivelazione delle fonti di una notizia - scrive il presidente Raffaele Lorusso - sia pure nell’ambito di un’indagine giudiziaria delicata come quella che sta seguendo il collega Amendolara, è sempre irricevibile e va respinta. Il segreto professionale dei giornalisti è sempre meritevole di tutela, come dimostra una consolidata giurisprudenza europea che la magistratura italiana finge spesso di ignorare».
Il Cdr della Gazzetta del Mezzogiorno «solidarizza con il collega convocato dai carabinieri, su delega delle Procure di Napoli e Potenza, per rivelare le fonti utilizzate per la stesura di suoi articoli di cronaca su una delicata vicenda. Il collega si è naturalmente avvalso del segreto professionale. Il Comitato di redazione difende il diritto di cronaca dei giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno e di tutti i giornalisti e invita la magistratura a muoversi nel solco di quanto più volte sancito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo in ordine alla protezione delle fonti giornalistiche e al diritto del giornalista di ricercare le notizie».
La Gazzetta nelle scorse settimane ha pubblicato a puntate sull’edizione locale della Basilicata alcuni dettagli emersi da un’inchiesta giudiziaria congiunta della Procura di Napoli e di quella di Potenza sulla Kuadra Srl. La società è finita sotto la lente delle due Procure per alcune assunzioni di parenti o di persone vicine a pregiudicati di Potenza. L’inchiesta antimafia è partita da Potenza, ma dopo poco è finita sulla scrivania del pm anglonapoletano Henry John Woodcock a Napoli. Anche Woodcock si stava occupando della stessa impresa di pulizie: l’imprenditore è napoletano e la società ha interessi commerciali a Napoli. Anche se la Kuadra ha sede legale a Genova. L’azienda ospedaliera di Potenza - ha documentato la Gazzetta - ha chiesto a più riprese la certificazione antimafia alle Prefetture di Genova e di Napoli, senza ricevere alcuna risposta.