Non solo Potenza e Bournemouth. Ora nella scia di sangue spunta la cittadina francese di Perpignan. Il rischio è di allargare troppo il raggio d’azione e di dare l’impressione di voler trovare a tutti i costi un colpevole, individuando possibili analogie anche laddove rischiano di tradursi in una semplice suggestione. Ma l’avvocato Giovanni Di Stefano, dopo essere riuscito a far riaprire il processo per la morte di Jong Ok Shin (Oki), la studentessa sudcoreana uccisa a Bournemouth il 12 luglio 2002, è convinto che ci sia un filo conduttore che va oltre l’assassinio di Oki, Heather Barnett ed Elisa Claps. Altri delitti insoluti, tutti con risvolti macabri che, a parere di Di Stefano, potrebbero avere una matrice comune: Danilo Restivo.
Ecco perché l’avvocato anglo- italiano ha chiesto al procuratore della Repubblica del tribunale di Perpignan di riaprire il caso sulla morte di tre ragazze, Chaib Mokhataria, 19 anni, Tatiana Anduiar, 17, e Marie Helen Gonzalez, 22, uccise tra il 1995 e il 2000.
Tatiana viveva con la famiglia a Llupià, a pochi chilometri da Perpignan. Il 24 dicembre 1995 scompare nel nulla: quella sera l'hanno vista uscire dalla stazione della piccola cittadina e da allora si sono perse le sue tracce. il corpo non è stato mai rit rovato. Mokhtaria, studentessa di Sociologia, il 20 dicembre del 1997 esce dalla stazione di Perpignan; il giorno successivo trovano il suo cadavere nudo sul ciglio del Boulevard Nungener, fra la stazione e le porte de l'Espagne. Non è stata violentata ma mani esperte le hanno tranciato i seni ed asportato l'ano. Quelle parti del corpo non verranno più rit rovate.
Marie Helene viene vista viva per l'ultima volta alle 20.30 del 16 giugno 1998, quando scende dal treno arrivata a Perpignan. Il ritrovamen to del corpo nudo, al quale sono state amputate testa e mani, risale al 26 giugno.
Sulla stampa francese tutti questi delitti ancora senza un colpevole sono stati associati alla «teoria Dalì». L'ipotesi si basa sul fatto che tutte le donne assassinate sono state viste vive per l'ultima volta nei pressi della stazione ferroviaria in place Salvator Dalì e l'elemento che dà maggior credito a tale teoria potrebbe essere rappresentato dalla violenza sessuale e alla mutilazione inflitta ai corpi, che ricorda molto da vicino alcuni disegni e dipinti di figure femminili smembrate eseguiti dal famoso pittore.
Di Stefano si aggrappa a questa ipotesi e ricorda che il padre di Danilo, Maurizio Restivo, è anche un artista che dipinge e scrive. L’avvocato sottolinea, in particolare, che Restivo senior ha un «artwork», uno stile simile a quello di Salvator Dalì. Danilo, insomma, potrebbe essersi ispirato a questi dipinti per portare a segno i suoi macabri progetti.
Di Stefano, inoltre, «rispolvera» anche il caso di Yvonne O’Brien, donna inglese assassinata nel ‘99 a Palma de Maiorca. Aveva i seni tagliati. Pure per questo omicidio il legale ha già inoltrato richiesta di riapertura delle indagini e spiega così il possibile collegamento con la morte di Heather Barnett: «Nella sua mano - scrive Di Stefano - sono state trovate ciocche di capelli che, grazie ad analisi accurate, è stato possibile attribuire a una persona di sesso femminile che ha vissuto nel Regno unito e ha fatto una vacanza tra l’Almeria e Perpignan, in Francia».
Il sospetto che la ciocca lasciata sul cadavere di Heather possa essere di una delle tre donne assassinate nella cittadina francese è l’elemento che ha convinto Di Stefano a chiedere una riapertura delle indagini e di analizzare il Dna di Restivo. Ma resta da verificare un altro tassello, il più importante, dell’intero mosaico: negli anni degli omicidi a cui fa riferimento l’avvocato anglo-italiano, Danilo ha vissuto a Perpignan? Ed è stato anche a Palma de Maiorca? Il 38enne, oggi in carcere in Inghilterra per l’omicidio di Heather e accusato anche dell’assassinio di Elisa, ha vagato per l’Italia e l’Europa. La vera sfida investigativa è quella di trovare una traccia del suo passaggio in Francia e in Spagna. Sempre che ci sia stato per davvero.