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I clan mafiosi di Potenza e Matera alleati con la ‘ndrangheta jonica

 
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I clan mafiosi di Potenza e Matera alleati con la ‘ndrangheta jonica

La Basilicata risente fortemente dell’influenza criminale delle matrici mafiose originarie dei territori regionali confinanti

Mercoledì 28 Maggio 2025, 15:01

La Basilicata risente fortemente dell’influenza criminale delle matrici mafiose originarie dei territori regionali confinanti. A Potenza sarebbe ancora attiva l’associazione Martorano-Stefanutti, in collegamento con il clan Grande Aracri di Cutro, che ha esteso nel tempo i propri interessi oltre che in Basilicata anche in Emilia Romagna, soprattutto nel campo dell’installazione e della gestione di slot machines, nel traffico delle stupefacenti e delle armi da fuoco, nelle attività estorsive e di recupero crediti verso imprenditori vittime di usura e, ancora, nel settore eolico. Le capacità di infiltrazione di questo sodalizio nei settori legali dell’economia sono evidenti: emblematico il caso di società con sede a Potenza, raggiunte da un provvedimento interdittivo antimafia per contiguità al clan, che sono riuscite ad aggiudicarsi appalti per la fornitura di servizi di pulizia in diverse regioni italiane, prevalentemente presso amministrazioni pubbliche, per un importo complessivo di oltre 32 milioni e mezzo di euro.

Altri due provvedimenti di rigetto dell’istanza di iscrizione nella white list provinciale con carattere di informazione antimafia interdittiva sono stati emessi nei confronti di altrettante società con sede a Potenza, operanti nel settore della cantieristica e sistemazione del territorio e in quello della locazione immobiliare, per contiguità dell’amministratore e/o soci con i Martorano-Stefanutti e con un altro clan di notevole spessore, i Riviezzi di Pignola. A Melfi è radicata l’associazione Di Muro-Delli Gatti, dedita per lo più ai reati predatori, all’usura, all’attività estorsiva ai danni di imprese e alla gestione del traffico di stupefacenti. Le evidenze investigative hanno dimostrato che tale associazione mafiosa, avvalendosi della forza intimidatrice, è riuscita ad assumere il controllo, anche monopolistico, di attività economiche lecite nel mercato lucano e pugliese. L’infiltrazione nell’economia legale dell’associazione mafiosa Di Muro-Delli Gatti è dimostrata dall’emissione di un’interdittiva nei confronti di un consorzio turistico con sede nella provincia di Potenza. A Melfi opera anche il clan Cassotta che esercita la propria influenza anche nei comuni di Rionero in Vulture e Venosa. Occhio ai Riviezzi , a Pignola, in contatto con le ‘ndrine Macri-Comisso di Siderno e Iamonte i Porto Salvo, per i quali le evidenze investigative farebbero intravedere una contrapposizione con i Martorano-Stefanutti, ma anche i Barbetta, federati ai Di Muro, a Rionero in Vulture, Melfi e Rapolla, dediti prevalentemente ai reati connessi agli stupefacenti.

Sulla litoranea jonica della provincia di Matera e, in particolare, a Policoro, opera l’associazione mafiosa degli Scarcia che, da recenti risultanze investigative, è risultata essere alleata con cosche «storiche» della ‘ndrangheta calabrese (clan Pesce, Bellocco, Pisano, Abbruzzese) nel traffico di stupefacenti, così come emerge dagli esiti dell’operazione Faust. Il clan Schettino-Porcelli, stanziato su Scanzano Jonico e con propaggini su alcuni Comuni della provincia di Matera, ha una struttura piramidale con stringente suddivisione dei ruoli ed è dotato di armi. È attivo nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti con canali di approvvigionamento in Calabria, Campania e Puglia e collabora anche con soggetti di etnia albanese stanziati in Italia. Altro gruppo a connotazione mafiosa è quello degli Scarci, originari di Taranto ma con ramificazioni a Scanzano Jonico. Altri sodalizi sotto costante attenzione investigativa sono quelli dei Mitidieri, originari di Policoro e dei Russo su Tursi nonché i Pascarelli-Calvello a Stigliano.

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