Sabato 06 Settembre 2025 | 21:13

Basilicata: è emergenza medici di base in 100 comuni lucani

 
ANTONIO CORRADO

Reporter:

ANTONIO CORRADO

La cura cinese per  medici anche ai manager asl

L'allarme della Fimmg riguardante la penuria di personale medico

Giovedì 27 Aprile 2023, 06:30

MATERA - Sono cento i comuni lucani dove urgono medici di base, dove sarebbe necessario un urgente turnover dopo il pensionamento dei professionisti in servizio. Un dato tanto più allarmante se si considera che nella maggior parte dei casi si tratta di piccoli centri dove la medicina territoriale è già carente, e con una popolazione costituita in prevalenza da anziani, bisognosi di assistenza continua e costante.

A lanciare l’allarme è Antonio Santangelo, segretario regionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), secondo il quale questa situazione è il frutto di una mancata programmazione a livello nazionale nell’ultimo decennio. I sindaci sono preoccupati, perché ricevono quotidianamente le lamentele e la disperazione dei loro cittadini, molti dei quali impossibilitati a muoversi per cercare altrove la necessaria assistenza medica, anche solo per la prescrizione dei farmaci necessari alla cura di malattie croniche.

«Questa situazione -spiega Santangelo - è il frutto dei blocchi nell’accesso alle facoltà universitarie e alle borse di specializzazione in genere. Noi lo denunciavamo da almeno un decennio, ed avevamo previsto l’emergenza che si sta manifestando in questi mesi. Le responsabilità sono da ricercarsi innanzitutto nelle politiche gestionali errate a livello nazionale, ma anche le Regioni hanno le loro colpe per non aver sollecitato la formazione di più medici. Basti pensare che in Basilicata l’accordo integrativo per offrire maggiori incentivi economici ai professionisti in servizio è fermo al lontano 2008, quindi i giovani laureati sono scappati altrove e chi c’era è andato in pensione appena ha potuto. Un medico emiliano, a parità di numero di assistiti in carico, guadagna il 25-30% in più rispetto a uno lucano. Tutto ciò fa sì che diversi giovani medici lucani, appena terminano il corso di formazione specifico in Medicina generale, si trasferiscano nelle regioni del Nord, dove appena arrivano trovano situazioni favorevoli anche dal punto di vista organizzativo: dal personale di studio, alle dotazioni strumentali; dall’inserimento nelle forme aggregative della medicina generale, alla disponibilità di locali adeguati. Senza turnover - insiste Santangelo - non ci sono prospettive per i comuni scoperti o carenti in Basilicata. Dal 2022 al 2028, andranno in pensione ben 236 medici di Medicina generale e 135 della ex guardia medica; già quest’anno, per la prima volta, il 38% delle zone carenti di assistenza primaria non sono state assegnate».

Quindi oggi quale potrebbe essere la soluzione? «È molto difficile stabilirlo - spiega il segretario della Fimmg - certamente cercare di prolungare il servizio dei medici pensionabili, e aumentare l’attrattività del servizio sanitario regionale per i giovani in arrivo».

Una soluzione, quest’ultima, che comporterebbe investimenti importanti sulla sanità regionale in una situazione di conclamato deficit, con debiti molto pesanti a cui la Regione sta cercando di far fronte. «Del resto - rimarca amareggiato Santangelo - se la politica nazionale spinge per l’autonomia differenziata, i territori devono inevitabilmente predisporsi a maggiori investimenti, assumendosi la responsabilità di questa scelta».

Intanto i sindaci sono diventati un autentico parafulmine per i cittadini disorientati e disperati, soprattutto in provincia di Matera, dove a far più rumore è la situazione del comune di Grassano, come ci conferma il sindaco Filippo Luberto, e si segnala anche un’interrogazione parlamentare presentata da Enzo Amendola. Nel comune di 5mila anime un tempo c’erano ben 5 medici di base, che negli ultimi anni sono andati tutti progressivamente in pensione; fino ai mesi scorsi, quando è arrivato il turno di uno dei due rimasti, che ha lasciato scoperti 1.994 cittadini “assistibili”. Così oggi l’unico medico rimasto in servizio non può garantire la copertura dei suoi pazienti e di quelli del collega pensionato, essendo lui stesso destinato alla pensione in tempi brevi. Situazione analoga si registra a Pomarico, dove i medici in servizio sono due per circa 4.000 residenti da assistere e un Distretto sanitario praticamente spogliato delle sue funzioni. C’è Tricarico con circa 5.000 abitanti, dove operano solo due medici. Infine i piccoli centri di Calciano, Garaguso, San Mauro Forte, Cirigliano, Oliveto Lucano e Gorgoglione con un solo medico: specie negli ultimi quattro comuni, non aiuta neppure la conformazione del territorio ed i collegamenti viari. Una situazione drammatica, insomma, che potrebbe indurre migliaia di cittadini lucani soprattutto anziani a rinunciare alle cure, o a riversarsi spesso inutilmente nei Pronto soccorso.

Come avviene a Matera, dove nel 2022 si segnalano quasi 18mila accessi da codice bianco e verde, ovvero oltre 11.500 persone che non avevano criticità tali da ricorrere all’ospedale. Questo avviene perché, evidentemente, non c’è assistenza territoriale adeguata che faccia da filtro, quindi salta anche il sistema di soccorso per chi ha realmente bisogno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)