L’obiettivo è che non finiscano sulle nostre tavole la carne prodotta in laboratorio, il latte «senza mucche» ma anche il pesce senza mari, laghi e fiumi, le uova «covate» senza galline, il miele senza il volo delle api. Al «cibo Frankenstein» si contrappone la genuinità dei prodotti locali: è una questione di salute dei consumatori ma anche di sopravvivenza dell’intera filiera alimentare. Quella tradizionale fatta da allevatori, coltivatori e commercianti.
La Basilicata è in prima linea contro la produzione e distribuzione di cibo sintetico. Sono oltre 10 mila, infatti, i lucani che, in poco più di un mese, hanno aderito alla raccolta firme di Coldiretti, promossa in tutta Italia, per chiedere una legge che vieti nel Paese quella che viene definita una «sciagura», l’ennesimo affronto alla natura. Oltre a semplici cittadini, hanno sottoscritto l'appello rappresentati delle istituzioni e della Chiesa. Ultimo, in ordine di tempo, l'arcivescovo della Diocesi di Matera - Irsina, monsignor Pino Caiazzo: «Il cibo sintetico prodotto in bioreattori energivori ed inquinanti non deve arrivare sulle tavole degli italiani – spiega Gianfranco Romano, presidente provinciale di Matera della Coldiretti - perchè non solo minaccia l'ambiente e la salute degli italiani, ma anche il reddito di territori come quello della provincia materana che fanno dell'agricoltura il settore trainante dal punto di vista economico e occupazionale. L'Italia deve essere il primo Paese europeo a legiferare un divieto di produzione e distribuzione di cibo sintetico – aggiunge Romano - che minaccia la nostra salute, il nostro ambiente e il reddito delle imprese agricole». La sottoscrizione dell'appello di Coldiretti da parte dell'arcivescovo di Matera, a poche settimane della conclusione del congresso eucaristico nazionale che ha visto nella Città dei Sassi la presenza del Papa, assume un significato particolare. «Il significato del pane nel corso del congresso – evidenzia il direttore provinciale di Matera, Pietro Greco - ha dato un segnale forte alla cittadinanza di Matera e il «no» al cibo sintetico è stato forte anche dalla Chiesa».
Uno dei primi ad aderire all’appello è stato il vescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio: «Accogliamo quanto il Signore ci dona nel suo creato - ha commentato l’alto prelato – e facciamolo soprattutto nel rispetto dell'esigenza dell'umanità».
È ancora possibile aderire alla petizione nazionale nelle sedi e nei mercati di Coldiretti. Il presidente regionale di Basilicata dell’associazione, Antonio Pessolani ringrazia i cittadini, le istituzioni e la politica «che hanno dimostrato di essere al nostro fianco anche in questa battaglia di civiltà».