Le modalità con le quali il vino era confezionato (anonimi cartoni privi di marca sui quali erano incollate delle etichette), non hanno convinto i Baschi Verdi, che hanno deciso di effettuare ulteriori accertamenti. In particolare, i codici distintivi delle bottiglie sono stati riscontrati con quelli presenti sul sito del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino che tutela e valorizza il nome ed il marchio del vino pregiato, lasciando emergere la palese contraffazione del prodotto. Anche perché la coppia avrebbe detto ai militari che il prezzo per ciascuna bottiglia era di 30 euro. Un prezzo decisamente basso, in considerazione del prezzo del vero Brunello che, a seconda delle annate e delle cantine nelle quali viene prodotto può arrivare a costare anche centinaia di euro.
L’uomo della coppia avrebbe rivelato ai militari che, effettivamente, la percentuale di Brunello contenuta in quelle bottiglie era piuttosto bassa. Le oltre 600 bottiglie, per circa 450 litri di vino, sono state sequestrate. Il contenuto sarà analizzato. Subito dopo si valuterà se regalare quelle... preziose bottiglie ad istituti di beneficenza. Intanto, la coppia di coniugi toscani, di professione grossisti, è stata denunciata in Procura. L’accusa è di frode in commercio e anche di «contraffazione di indicazione geografiche o denominazione di origine dei prodotti agroalimentari». Si tratta dell’articolo 517 quater del codice penale, norma introdotta dalla legge numero 99 del 2009 sulla tutela del made in Italy e che prevede una pena sino a due anni di reclusione e la multa fino a 20mila euro. [g. l.]