«La via Manzoni storica non tornerà più». Sono tutti d’accordo residenti e commercianti della strada storica del quartiere Libertà. Ieri sono cominciati i lavori per la pedonalizzazione: in tanti si sono affacciati per sbirciare l’inizio del cantiere tra speranze, inevitabili preoccupazioni e tanta nostalgia.
«La nostra attività è qui da cinquant’anni», afferma Paolo Ranieri, titolare della macelleria equina che sorge proprio nella zona del cantiere. «Non posso negarlo: i lavori mi danneggeranno pesantemente per i prossimi tre mesi. È pur vero che nelle città metropolitane i quartieri del centro vanno ormai tutti verso la pedonalizzazione. Ma questa strada è al degrado puro: nessuno la percorre più. La mia clientela mi sceglie per la qualità della carne: molti arrivano in auto, si fermano un attimo per ritirare la merce e vanno via. Sono preoccupato: la strada è stata chiusa al traffico già anni fa e moltissimi negozi sono falliti. Mi auguro che stavolta a sostenere il progetto si accompagni un adeguato piano commerciale». Ranieri ricorda i tempi d’oro della zona. «Qui si respirava un’aria speciale: i periodi delle feste, l’alternarsi delle stagioni da sempre coloravano una strada davvero unica. La definizione “via Sparano dei poveri” era indovinata: qui si compravano prodotti di qualità a prezzi convenienti. Quanta gente veniva dalla provincia! Ma quei tempi non torneranno: le concezioni ora sono completamente diverse».
«Siamo arrivati qui nel 1987, quando via Manzoni viveva il suo massimo splendore ed era sempre animata. Ora sembra un altro mondo», è l’amara considerazione di Patrizia Pesce, titolare dell’omonima gioielleria. «Negli ultimi dieci anni moltissimi negozi si sono spostati nel murattiano, altrettanti hanno cessato le attività. La congiuntura è particolare: andare avanti è sempre più complicato, ma il problema è che qui non si è verificato il ricambio avvenuto in altre zone. Si respira un’atmosfera di disarmo: il futuro del commercio è legato ai grandi brand, ma nessuno ha pensato di investire in via Manzoni. A questo punto vale la pena tentare con la pedonalizzazione. A patto di affiancare una strategia che contempli incentivi al ripristino del commercio. Altrimenti, il futuro è segnato: altri tra noi prenderanno la dolorosa decisione di ritirarsi».
«Via Manzoni era la strada dello shopping a buon mercato, ma quei tempi non torneranno più», affermano gli esercenti dei negozi di abbigliamento. «La pedonalizzazione porterà un profondo cambiamento: magari sarà un bene, ma molti di noi dovranno essere pronti a cambiare settore. Via Argiro è il punto di riferimento: le attività storiche ormai si contano sulle dita di una mano sola, rimpiazzate da negozi più moderni e dall’avvento massiccio del food. Può darsi che ci attenda un destino simile e non dovremo farci prendere dalla nostalgia perché forse sarà l’unico modo per ridare dignità ad una zona contraddistinta da abbandono, degrado e zone pericolose. La sera nessuno cammina volentieri qui».
Eppure c’è chi si batte per conservare l’anima tradizionale di via Manzoni. «La strada necessita di nuovi impulsi, ma per favore non diventi un’altra “mangiatoia”», è l’auspicio di alcuni residenti storici. «La nostra zona brillava per il commercio e l’originalità. Non sarebbe giusto trasformarla nell’ennesima strada dedicata al food & beverage, come sta avvenendo quasi in tutti i quartieri del centro. Ciò non significa che non siano ben accetti pub o ristoranti, ma non vogliamo una seconda edizione dell’Umbertino. Dobbiamo mantenere la varietà di proposte e cercarne nuove per un rilancio che premi davvero lo spirito imprenditoriale della città: una vocazione tipica del capoluogo che proprio in questi isolati trovava la sua piena realizzazione»